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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Operai Atac: "Basta straordinari" e la Termini-Giardinetti si ferma

Nuovi disagi sulla linea Termini-Giardinetti per la protesta degli operai di Osteria del Curato. Atac incontra i sindacati sulla contrattazione di secondo livello e orario settimanale

Dopo il doppio sciopero dei trasporti romani di lunedì scorso, ieri si è fermata la linea ferroviaria Termini-Giardinetti e, inoltre, alcune corse metro hanno subito rallentamenti.

"Gli operai hanno smesso di collaborare con l'azienda – ha spiegato un operaio manutentivo Rsu del deposito di Osteria del Curato, dove i dipendenti si sono riuniti in assemblea – e la conseguenza è che oggi sulla metro A al posto di 33 treni ce n'erano 24. Se prima non ci attenevamo sempre al regolamento ferroviario per quanto riguarda le manutenzioni, da oggi in poi lo faremo ed è gioco forza che si accumuleranno ritardi ai servizi. Sappiamo che anche negli altri depositi di Magliana e Centocelle stanno mettendo in atto azioni simili".

Gli operai riuniti a Osteria del Curato hanno dichiarato "l'indisponibilità a coprire turni straordinari" e l'Assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma, preoccupato, li ha rassicurati ribadendo che "non dovranno verificarsi decurtazioni a carico degli stipendi di macchinisti, conducenti  e operai" e che "la politica di riduzione dei costi dovrà riguardare quei benefit e quei privilegi che in passato sono stati concessi con eccessiva leggerezza".

Ma la polemica non si esaurisce qui e monta anche sull'aumento del 50% dei biglietti, aspramente contestato sia dai sindacati che dal Codacons. Legambiente prospetta "uno sciopero selvaggio e ad oltranza sulla linea Termini-Giardinetti" e Atac, pur smentendo tale ipotesi, conferma la chiusura della ferrovia. "Manca il personale e non è la prima volta che succede – spiega il segretario della Filt Cgil Alessandro Capitani – Da tempo ribadiamo che l'azienda non può basarsi su straordinari".

Oggi Atac incontrerà proprio i sindacati per affrontare la questione della contrattazione di secondo livello e dell'orario di lavoro settimanale, mentre resta in ballo il rincaro del biglietto. "Una decisione gravissima" secondo l'Adoc, con la quale concordano Cgil, Cisl e Uil. " In questa fase di collasso economico e istituzionale, aumentare il costo dei biglietti da 1 euro a 1,50 a fronte della scarsezza e dell'inadeguatezza dei servizi in termini qualitativi e quantitativi, è un'operazione sbagliata - affermano - che, come al solito, andrà a colpire le fasce deboli della società".

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