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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Tentato omicidio nel Tevere, 23enne spinge giù da Ponte Sisto il rivale e fugge

Le indagini dei carabinieri, che hanno sfruttato anche le immagini delle telecamere di zona, hanno permesso di ricostruire il fatto

Sono serviti sei mesi di indagine e una attenta analisi delle telecamere di zona, per ricostruire quanto accaduto a fine luglio scorso a Ponte Sisto, dove un 30enne è stato lanciato giù dal rivale. A salvarlo dall'essere inghiottito dal Tevere un pilastro del ponte che, seppur attutendone la caduta, ha causato ferite gravi alla vittima. Una vicenda articolata, risolta dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Trastevere che, su delega della procura di Roma, hanno arrestato un marocchino di 23 anni, gravemente indiziato di tentato omicidio. Per lui si sono aperte le porte del carcere.

Le indagini sono scattate subito dopo il soccorso prestato al 30enne, anche lui marocchino. Dai riscontri investigativi è emerso che all'epoca dei fatti, la vittima avrebbe incrociato nei pressi di Ponte Sisto il 23enne, riconoscendolo come presunto autore della rapina di uno zaino che aveva subito una settimana prima nella zona di piazza Venezia.

Il 30enne, a quel punto, lo avrebbe avvicinato accusandolo del colpo e il 23enne, per tutta risposta, dopo una lite lo avrebbe spinto giù dal ponte, scappando subito dopo. Nella caduta, la vittima finì sul basamento del pilastro centrale del ponte, riportando varie fratture. Poi, dopo la difficoltosa operazione di soccorso, la corsa all'ospedale San Camillo, dove gli vennero diagnosticate lesioni giudicate guaribili in 40 giorni.

Le indagini dei carabinieri partite dall'analisi dei filmati delle telecamere presenti nella zona, dall'ascolto di alcuni testimoni e da una accurata attività informativa, hanno consentito di individuare nel 23enne il presunto responsabile del tentato omicidio, riscontrando che l'autore del gesto era solamente una persona e non due come apparso in un primo momento. A supporto dell'accusa anche le comparazioni antropometriche effettuate dagli esperti del ris di Roma, sui frame dei video che hanno ripreso la scena l'estate scorsa.

I carabinieri hanno notificato il provvedimento all'indagato nel carcere di Rebibbia, dove si trova già ristretto per altra causa. "Sono, tuttavia, in corso ulteriori accertamenti, suscettibili di sviluppi investigativi", sottolineano dell'Arma.

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