Incarica il killer di Diabolik per un duplice omicidio. L'attentato però fallisce
Calderon non ha portato a termine la missione. I carabinieri hanno arrestato il mandante
Ha incaricato un killer professionista per far fuori i suoi rivali. Due fratelli. Un attentato che racconta di un astio tra due famiglie rivali e che porta ancora alla luce un nome già noto alle cronaca di Roma, quello di Raul Esteban Calderon detto 'Francisco', in carcere perché accusato di aver ucciso Fabrizio Piscitelli detto 'Diabolik' e per essere il materiale esecutore dell'omicidio di Selavdi Shehaj detto 'Simone'.
Una storia di sangue e vendetta che i carabinieri hanno ricostruito insieme alla direzione distrettuale antimafia. Una vicenda che racconta come Giuseppe Molisso avesse dato incarico a Calderon di far fuori i fratelli Emanuele e Alessio Costantino, "colpevoli" secondo Molisso di aver pestato suo nipote. Quanto e se Calderon sia stato pagato, però, ancora non è chiaro. Chi indaga non esclude che Molisso possa aver fatto pesare il proprio carisma per convincere Calderon, così come non è escluso che il killer di Diabolik facesse già parte della batteria di Molisso stesso. Punti che gli inquirenti dovranno risolvere.
Fatto sta che la giustizia da far west, fortunatamente, non è andata a compimento. I due fratelli, quasi per caso, ne sono usciti vivi. Ma la gravità dell'episodio resta. Così, al termine dell'indagine, i carabinieri hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto nei confronti di Giuseppe Molisso, pluripregiudicato 40enne, perché "ritenuto il mandante del tentato duplice omicidio dei fratelli Costantino".
I fatti si sono consumati due anni dopo l'omicidio di Diabolik. Il 13 luglio 2021, in via Alessandrino, un sicario nascosto da un cappello e da una mascherina, si avvicinava ai due fratelli che erano seduti ai tavolini di un bar, puntando una pistola calibro 9x21 alla nuca di Emanuele Costantino premendo il grilletto due volte.
In quello stesso istante la vittima, allertata dal fratello Alessio, girava la testa e i proiettili gli perforavano la spalla destra e la mandibola sinistra, andando ad impattare contro il vetro del locale. Il killer tentava così di portare a termine il compito mirando alla testa di Alessio Costantina, ma l'arma si era ormai inceppata costringendolo alla fuga a bordo di uno scooter condotto da un complice.
Emanuele Costantino, trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Umberto I, fortuitamente riportava lesioni non letali salvando quindi la pelle.
Le indagini, del nucleo investigativo dei carabinieri di Roma fatte di pedinamenti e intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno permesso di ricostruire il movente dell'attentato riconducibile a dissidi sorti dopo il pestaggio di un nipote di Molisso avvenuto prima del lockdown, la dinamica del delitto e le modalità con cui era stato incaricato il killer, nonché di individuare quest'ultimo in Raul Estaban Calderon, appunto.
Recentemente, il 52enne pregiudicato di origini argentine, è stato arrestato perché esecutore materiale degli omicidi di Selavdi Shehaj, avvenuto a Torvajanica il 22 settembre 2020, e prima ancora, il 7 agosto 2019, per aver ucciso Diabolik.
Le perquisizioni fatte dai carabinieri che hanno eseguito il provvedimento nei confronti di Molisso, consentivano il rinvenimento e il sequestro di tre orologi di lusso, del valore di circa 50mila euro e di 20mila euro in contanti. Un bottino che fa intuire la capacità economica di Molisso.
Lo scorso 23 gennaio, il fermo a carico di Molisso è stato convalidato dal GIP del Tribunale di Roma che, contestualmente, ha emesso a suo carico un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Per Calderon, invece, la posizione potrebbe aggravarsi vista già la doppia pesante accusa di cui dovrà rispondere.