Nubifragio a Roma, città allagata dopo due ore di pioggia: sotto accusa il piano foglie che non c'è
Scene da incubo ieri in città. A Termini cascate in stazione, fuori un enorme lago. Polemiche per le foglie non raccolte che hanno ostruito tombini e bocche di lupo
Le immagini sono quelle di sempre da qualche anno a questa parte: un'ora di pioggia intensa, un nubifragio e la città che finisce sott'acqua. Lunedì sera per migliaia di romani è stato un rientro a casa da incubo. L'acquazzone che ha attraversato la città si è scatenato poco dopo le 18. In pochi minuti Roma si è trasformata in un enorme lago con intere zone, anche centrali, finite letteralmente sott'acqua.
Metro allagata, cascata a Termini
Come sempre accade in questi casi i social hanno fatto da cassa di rinonanza. Situazione incredibile a Termini, dentro e fuori la stazione. Se lo scalo ferroviario non ha subito disagi, così non è stato per la metro, con la fermata rimasta aperta solo dal lato commerciale, ovvero quello non di pertinenza della città. L'immagine della stazione è quella di una cascata: un video mostra l'acqua che si riversa in banchina in quantità impressionanti. La riapertura della metro già ieri sera poco dopo le 23. Stamattina riapertura ok per Manzoni, mentre i danni da maltempo tengono al momento ancora chiusa la metro Repubblica. Alle 10.45 la stazione è stata riaperta solo in uscita.
Allagamenti
Fuori da Termini un lago. Piazza dei Cinquecento, come mai si era visto, si è trasformata in un enorme specchio d'acqua in cui i marciapiedi e gli stalli del capolinea erano indistiguibili, in particolare nel tratto di via Giolitti. Non va meglio nel sottopasso di Corso Italia dove le foglie hanno ostruito gli scoli per l'acqua piovana. Il risultato? Un fiume che ha reso difficile la percorrenza della strada.
A Piramide poi solite scene: all'esterno della fermata metro un'enorme distesa d'acqua rendeva impossibile l'attraversamento della piazza: colpa anche qui del mancato deflusso dell'acqua piovana. Scenari identici su via Tiburtina dove il solito torrente d'acqua che si forma quando l'intensità della pioggia sale, oltre ad invadere i marciapiedi, ha portato con sè anche diversi sacchetti dei rifiuti, restituendo l'immagine desolante di una città in abbandono totale. E ancora problemi a Settebagni, in via delle Isole Curzolane e addirittura a piazza Venezia, dove il tratto nei pressi del capolinea del tram 8 appariva ieri completamente allagato.
Piazza Venezia incrocio via del corso. Impossible passare da un alto all'altro del marciapiede. Fiumi di acqua che scendono da via nazionale. NESSUN tombino pulito che freni la situazione. SCHIFO VERO! @virginiaraggi dimettiti! @Roma @PLRomaCapitale #RomaFaiSchifo #vergogna pic.twitter.com/SMDDFDKXIP
— Retex Kyle ??? (@retex) December 2, 2019
Il piano foglie che non c'è
E la rabbia si è trasformata in polemica perché da giorni evidente a tutti i cittadini era il grosso quantitativo di foglie presenti sull'asfalto. Foglie trasformate in vero e proprio tappo per tombini e bocche di lupo, finiti occlusi dal fogliame. Eloquenti le immagini diffuse da un volontario della protezione civile (Raggruppamento Emergenza Roma 9) che in otto minuti ha mostrato come, semplicemente liberando i tombini dalle foglie, l'acqua defluisse.
Da tempo si segnala la mancata raccolta delle foglie. Il nostro giornale lo scorso 5 novembre, all'indomani del solito nubifragio, chiedeva conto all'amministrazione del piano foglie. Un rimpallo di competenze nascondeva l'assenza della raccolta. Ieri, tramite facebook, i lavoratori di Ama del gruppo Lila denunciavano: "E' sparito il piano foglie", scrivendo che "una volta in Ama, tra i tanti servizi straordinari e stagionali che avevamo come compiti di istituto, c'era il cosiddetto Piano foglie. Si organizzavano delle "task force" prevalentemente in servizio straordinario con mezzi speciali di intervento, che non abbiamo mai migliorato e/o perfezionato, anzi. Ma il servizio lo si faceva tempestivamente e nei giorni adatti, perché organizzato dalle varie zone operative Ama. Poi la stazione appaltante Ama preferì esternalizzare, prima senza gara, poi ci furono le gare, ma fuori tempo e sbagliate. Tuttora, ancora non si capisce bene in che situazione ci troviamo. Sono talmente tante le sanzioni nei confronti delle ditte private per conto Ama inadempienti, che ormai non si capisce più nulla".
Ieri purtroppo si sono viste le conseguenze.