Telefonata dal Canale di Sicilia a Marconi: "Aiuto, siamo migranti su un barcone"

Una telefonata confusa, alle 6:00 del mattino, con un uomo che parlava un pò inglese ed un pò francese: "Aiuto, siamo migranti su un barcone nel Canale di Sicilia, stiamo affondando". A riceverla un pensionato residente in via Cardano, zona Marconi. Una chiamata confusa, con strilli ed urla in sottofondo e soprattutto un sinistro rumore di onde e forte vento. Telefonate ripetute che hanno portato l'uomo a preoccuparsi e ad allertare la polizia che ha poi scoperto da dove arrivava la chiamata, da un telefono satellitare su un barcone di rifugiati che dalle coste del Nord Africa stava approdando in Italia. Compresa la reale situazione di emergenza, un agente di polizia in servizio al commissariato San Paolo ha provveduto ad allertare la Guardia Costiera che ha poi individuato e tratto in salvo centinaia di migranti che, in balia delle onde e del mare grosso, rischiavano di affondare al largo delle coste della Sicilia. 

CHIAMATE D'AIUTO - Una telefonata atipica, ma non nuova nel suo genere. Come reso noto dalle forze dell'ordine e dal personale impegnato nel salvataggio dei migranti che ogni giorno riescono ad arrivare in Italia fuggendo dalle zone di guerra, la tecnica delle chiamate con un prefisso di una grande città seguito da una serie di numeri casuali non è un caso isolato, bensì una strategia messa in atto dagli scafisti per salvare loro stessi ed il loro carico umano. Dotati di telefono satellitare gli scafisti sono soliti, in caso di emergenze, dare il telefono ad uno dei migranti caricati sul barcone, solitamente qualcuno che conosca qualche parola di italiano, per poi comporre il numero in prossimità delle coste italiane e chiedere aiuto, come in questo caso al pensionato di Marconi.