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Cronaca

Emergenza rifiuti, il Tar boccia il decreto Clini e annulla il trasferimento dei rifiuti

"Il commissario Sottile non poteva individuare gli impianti". Il ministro all'Ambiente Orlando valuta l'appello: "La sentenza non inficia il nuovo decreto"

La seconda sezione bis del Tar del Lazio, presieduta da Edoardo Pugliese, ha annullato il decreto con cui l'ex ministro all'Ambiente Corrado Clini nominò Sottile a Commissario per l'emergenza rifiuti  nella Provincia di Roma accogliendo  il ricorso proposto dal Comune di Albano Laziale. Ne consegue che il commissario non poteva individuare gli impianti cui conferire il trattamento dei rifiuti di Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano rea cui quello di Albano.

Il ricorso era volto a chiedere l'annullamento del decreto con il quale l'allora Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, nel gennaio scorso nominò il Prefetto Sottile Commissario per l'emergenza rifiuti nella Provincia di Roma e il conseguente provvedimento commissariale con cui furono individuati quattro impianti Tmb, tra cui quello ubicato ad Albano.

Si legge nella sentenza che il ricorso “muove dalla primaria esigenza di garanzia di interessi che attengono alla tutela di profili igienici e sanitari, che sarebbero compromessi dal sovraccarico dell'impianto sito nel territorio di competenza a causa dei provvedimenti del Commissario”.

Per questo il Tar ha ritenuto meritevole di attenzione “la circostanza che il decreto impugnato non si è limitato a conferire al Commissario nominato i poteri” previsti, bensì “ha disposto che il Commissario svolga anche altri compiti, tra i quali l'individuazione degli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani esistenti nella regione Lazio che hanno una capacità autorizzata residua di trattamento”.

In tal modo, però, secondo i giudici si “realizza un'illegittima estensione dei poteri emergenziali”. Ne deriva che “i provvedimenti commissariali conseguenti risultano inficiati da illegittimità derivata, nonché da incompetenza e straripamento di potere con riferimento ai limiti che risultano previsti dalla legge istitutiva” e ne consegue che il ricorso deve “essere accolto e per l'effetto annullato il decreto con riguardo all'ampliamento dei poteri commissariali ed alla connessa individuazione degli impianti di trattamento”.

Il Ministero dell'Ambiente intanto comunica che sta valutando se proporre appello. Il ministro all'Ambiente, Andrea Orlando, ha spiegato che “è probabile che una parte degli effetti della sentenza non infici il nuovo decreto”. La sentenza, ha aggiunto, “non altera la road map che c'eravamo prefissati”.

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