Taglia coda e orecchie al cane per concorso di bellezza: condannato a 8 mesi di reclusione
L'uomo, un 64enne, era stato denunciato dall'Oipa, che sta da tempo facendo controlli su una pratica diventata ormai illegale: il reato è quello di maltrattamento di animali. Denunciati anche alcuni veterinari
Condannato a 8 mesi di reclusione e al pagamento di un risarcimento e delle spese processuali per avere tagliato orecchie e coda al suo cane corso in modo da rispecchiare i canoni estetici dei concorsi di bellezza: la sentenza del tribunale di Roma è arrivata nei giorni scorsi, la terza di questo tipo in sette mesi, e segna un deciso cambio di passo nella gestione di casi di questo genere.
Il proprietario del cane, un 64enne romano, è finito al centro dei controlli che le guardie zoofile dell’Oipa di Roma da anni stanno conducendo proprio per verificare le condizioni degli animali ai concorsi di bellezza. Una “bellezza sporca”, così hanno ribattezzato l’operazione, che secondo i giudici del tribunale di Roma si configura nel reato di maltrattamento di animali punito dall’art. 544 del codice penale: mutilare coda e orecchie può costare fino a 18 mesi di reclusione e sino a 30.000 euro di multa.
L’uomo è stato scoperto nel corso di alcuni controlli effettuati a un’esposizione canina al Palacavicchi di Roma nel 2017. Alle guardie zoofile non sono sfuggite coda e orecchie tagliate, e ulteriori approfondimenti hanno dimostrato che il certificato veterinario prodotto dal 64enne in cui si attestava la mutilazione per “motivi di salute” del cane era falso.
Il giudice monocratico di Roma lo ha dunque condannato anche per utilizzo di atto falso: otto mesi di reclusione, risarcimento di 3.000 euro alla parte civile (Oipa) e pagamento di 1.700 euro per le spese legali.
«Negli anni abbiamo fatte diverse denunce, tutte legate a mutilazioni derivanti da canoni di bellezza ormai vetusti imposti dalle manifestazioni canine - conferma Claudio Locuratolo, coordinatore provinciale delle guardie zoofile Oipa di Roma e provincia - A oggi sono circa 70 le persone che abbiamo denunciato per questo motivo, e tra loro ci sono anche veterinari. Ora stanno arrivando le sentenze, questa è la terza».
Condanne di questo genere sembrano funzionare da deterrente, conferma Locuratolo: se fino a qualche anno fa era prassi sottoporre cani, soprattutto quelli di razza, al taglio della coda e delle orecchie per rispettare i canoni estetici, oggi la pratica viene inquadrata come reato punibile dal codice penale, e il fenomeno è in netta diminuzione.