Taglia le ali ai pappagalli per l'accattonaggio, condannata per maltrattamento ad una multa di 5.000 euro
A diffondere la notizia è l'Oipa che aveva denunciato una donna che nel 2015 utilizzava i pappagalini per praticare accattonaggio
Una donna di 38 anni è stata condannata dal Tribunale penale di Roma per maltrattamento di animali al pagamento di una multa di cinquemila euro. A diffondere la notizia è l'associazione Oipa di Roma, che ha denunciato la donna perché nel 2015 faceva accattonaggio attirando i turisti con due pappagallini cui aveva tagliato le ali.
I fatti risalgono al 2015, quando gli agenti dell’Oipa fermarono una donna di 33 anni mentre in via delle Muratte, a due passi da Fontana di Trevi, praticava l’accattonaggio utilizzando due pappagallini ondulati, anche detti cocorite, per attirare l’attenzione dei turisti e ottenere l’elemosina.
"A Roma l’accattonaggio con animali è vietato dal Regolamento comunale a tutela degli animali", spiega Claudio Locuratolo, coordinatore delle guardie zoofile dell’Oipa di Roma e provincia. "Siamo intervenuti a seguito di una segnalazione e subito abbiamo sequestrato i due poveri uccelli, sanzionando la donna".
Gli animali furono in primo momento ospitati nella sede dell’Oipa e successivamente dati in adozione. "La circostanza che i pappagallini fossero liberi e non accennavano al volo c’insospettì", continua Locuratolo. "Li portammo da un medico veterinario esperto di animali esotici e la visita rivelò che avevano la piume remiganti tagliate al fine di impedire loro di spiccare il volo, pratica funzionale all’accattonaggio. Oltre ad attirare l’attenzione, gli sfortunati volatili venivano anche offerti ai turisti per scattare foto ricordo".
Il veterinario certificò che “pur trattandosi di un limite temporale, il taglio delle remiganti limita lo svolgimento del range comportamentale, con influenze sociali e psicologiche negli uccelli”.
Le guardie zoofile dell’Oipa quindi denunciarono la donna all’autorità giudiziaria per maltrattamento di animali e ieri è arrivata la sentenza. L’imputata è stata ritenuta colpevole del reato di maltrattamento di animali previsto dall’articolo 544 ter del codice penale e condannata a una multa di cinquemila euro.