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Cronaca

Tagli, Alemanno lancia l'allarme: "A rischio i servizi sociali"

Nel 2013 finanziamenti per Roma ridotti di circa 200 milioni. Ma da Social Pride spuntano altre cifre

Se non si rivedrà la spending review, i livelli essenziali di assistenza sono a rischio. Gianni Alemanno torna a lanciare l'allarme sui tagli ai comuni prospetando scenari da "vera emergenza" sociale. Nel corso della conferenza stampa in Campidoglio, a fianco di Alemanno, il vicesindaco nonchè assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso: "Abbiamo eliminato sprechi, efficientato i servizi e stanziato risorse" ha spiegato.

Ma con i tagli relativi al 2013, tutto questo potrebbe non bastare. "Le persone potrebbero perdere la loro unica ancora di salvezza" ha affermato il sindaco: "il Comune, tra l'azzeramento nazionale dei fondi per il walfare e il tagli alla sanità, è l'unico ente che eroga tali servizi". Insorge l'opposizione che parla di necessità di una "razionalizzazione delle spese" di fronte ai tagli. Insorgono anche le associazioni e le cooperative che lavorano nel settore organizzate nel Social Pride: "circa 17 milioni di euro sono spesi per bandi 'doppi' o servizi 'inefficaci'".

Dei circa 2 miliardi e 250 milioni di euro di tagli che subiranno i comuni italiani nel 2013 a causa della spending review, secondo quanto riportato dal sindaco Alemanno la parte relativa alla Capitale dovrebbe ammontare tra i 190 e i 240 milioni di euro. Un taglio che per Alemanno è "insostenibile perchè va ad aggiungersi a quelli degli scorsi anni quando il comune di Roma ha subito un miliardo e 200 milioni di tagli".

Il vicesindaco Sveva Belviso fornisce altre cifre. 714 milioni di euro di tagli "a cui va aggiunta la riduzione dei fondi nazionali per il sociale per 25 milioni". Belviso difende l'operato della propria giunta e, in particolare, del proprio assessorato. "Abbiamo eliminato sprechi, efficientato i servizi e stanziato risorse". Rispetto al 2007, quando per la spesa sociale si spendevano 229 milioni di euro, nel 2012 ne sono stati spesi 375. "Un aumento di 146 milioni per garantire sevizi stabili a 15mila persone in più per un totale di 45mila utenti assistiti, 680mila pasti, 145mila pernottamenti".

Critica l'opposizione. Sulla questione è intervenuto Alfredo Ferrari (Pd), vicepresidente della Commissione Bilancio del Comune di Roma. "I tagli ai trasferimenti arrivano dall'alto; la spending review che il Campidoglio deve fare, invece, deve partire da una attenta analisi di costi". L'esponente Pd ha poi spiegato che "se è vero che chiunque sarà il prossimo sindaco dovrà fare i conti con minori risorse, è altrettanto vero che la storia dei tagli è stata più volte utilizzata da Alemanno non per avviare una ottimizzazione delle risorse, ma per convincere la città che era necessario svendere i gioielli di famiglia, un esempio su tutti quello di Atac".

Le associazioni che lavorano nel settore del sociale riunite nel Roma Social Pride però forniscono numeri diversi che rimandano a una possibile e diversa razionalizzazione delle risorse per un totale di oltre 17 milioni di euro. 6milioni di euro per la 'carta roma' che di fronte ad un alta spesa complessiva distribuiscono solo 16 euro a persona: "un provvedimento di assoluta inefficacia per il contrasto alla povertà". 2 milioni di euro per sitribuire pacchi alimentari: "Un chiaro dono sotto campagna elettorale". 2 milioni di euro per finanziare la Fondazione Roma Capitale Welfare Onlus che per gli attivisti del Roma social Pride è "sconosciuta e assente nel panorama delle politiche sociali".

E ancora. Un milione di euro di fondi per la gestione della struttura istituzionale dell’Agenzia Comunale Tossicodipendenza, "che nell’ultimo periodo ha chiuso la maggior parte dei servizi per le dipendenze nella città". Ritenuti 'tagliabili' ed utilizzabili su altri fronti anche i finanziamenti per la vigilanza per un totale di 3 milioni e 700 mila euro. "Spese che niente hanno a che vedere con la spesa per le politiche sociali".

Ma quel che più viene attaccato è oggetto di una lettera inoltrata il 19 febbraio al Direttore del Dipartimento per la Promozione dei Servizi Sociali e della Salute, Angelo Scozzafava firmata da Social Pride, rete RIOS, insieme a Legacoop Sociali, AGCI Lazio e FISH Lazio. Secondo questa lettera ben 2 milioni e 395 mila euro "sono stati destinati a bandi di gara già esistenti" che riguardano "inutili raddoppi di funzioni informative e controlli penalizzanti sugli operatori  quali la geolocalizzazione". Nel mirino ci sono due avvisi pubblici: “Polo cittadino di informazione e sostegno per gli anziani, i disabili, le neomamme e le loro famiglie” e “Sistema informatico di controllo degli interventi di assistenza domiciliare”.

Per quanto riguarda il primo, denunciano gli operatori quel servizio "è già ampiamente realizzato, a livello decentrato, dai servizi sociali dei municipi, dalle cooperative accreditate e affidatarie dei servizi, dalle molteplici e capillari reti di centri e sportelli gratuiti presenti presso le parrocchie, la Caritas , i centri sociali, il volontariato".

Il servizio di geolocalizzazione che permette di controllare dove si trovano gli operatori invece non solo "è lesiva della dignità dei lavoratori sociali e delle attività da loro realizzate, ma illegittima da parte di una stazione appaltante che non può in alcun modo controllare in simili forme le attività di lavoratori dipendenti di enti affidatari che peraltro già consegnano, unitamente alle fatture mensili, i fogli a firma congiunta operatore-utente o familiare."

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