Aggredì gay: attenuanti per “Svastichella”, da omicidio a lesioni
La vittima non sarebbe mai stata in pericolo di vita e quindi l'accusa da tentato omicidio sarà riformulata in lesioni. A stabilirlo è la perizia medico legale disposta dalla Corte d'Appello
Attenuanti per Svastichella, soprannome di Alessandro Sardelli, condanno in primo grado a 7 anni per tentato omicidio. La notte del 22 agosto 2009, Sardelli aggredì al Gay Village una coppia gay che si stava baciando e l'episodio fu confermato dallo stesso Svastichella durante un interrogatorio.
Ora però arrivano le attenuanti grazie alla perizia medico legale disposta dalla prima sezione collegiale della Corte d’Appello Penale di Roma. La lesione era grave ma non mortale, quindi la vittima non è mai stata in pericolo di vita. Di conseguenza il procuratore generale dovrà procedere alla riconfigurazione del reato che da tentato omicidio sarà derubricato in lesioni.
La lesione era grave ma non mortale. Quindi la vita del gay ferito da Alessandro Sardelli soprannominato Svastichella, condannato in primo grado a 7 anni per tentato omicidio, non è mai stata in pericolo. Viene smentita dalla perizia anche un’altra conclusione raggiunta nel corso del primo grado del processo. Il gay venne ferito al fegato e non al polmone. Tuttavia la perizia non risponde alla domanda sull’arma usata da Sardelli per ferire il giovane gay. Infatti il dottor Carlo Amoroso dichiara che la lesione subita dalla vittima non consente di chiarire quale oggetto abbia provocato il taglio.
Daniele Priori, segretario nazionale di GayLib, commenta gli esiti della perizia medico-legale disposta dalla Corte d'Appello Penale di Roma: “L'Italia che ritiene incostituzionale una legge contro l'omofobia è la stessa Italia che ridurrà la pena a Svastichella, perché in fondo quel poveraccio di Dino è finito solo in coma e non sarebbe mai morto con la coltellata ricevuta due estati fa. Politici e magistrati per noi pari sono. Questa è l'Italia dei quaquaraqua da cui verrebbe voglia di fuggire.”
