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Cronaca

La vita impossibile di Suzana, rom assegnataria di casa popolare: da 3 anni insulti razzisti e aggressioni

Da quando ha ottenuto l'alloggio a Tor Vergata, periferia est di Roma, la 38enne riceve insulti e minacce ogni giorno: "Ho paura ma devo difendere le mie quattro bimbe"

"Sei una zingara di merda", "Sei una pecora, puzzi, devi lavarti". Insulti, anche a sfondo razziale, conditi da minacce: "Se non lasci l'appartamento te mettemo una bomba", "Vi ammazzo. A te e a quelle scimmie dei tuoi figli. Vengo dentro casa e ve faccio uscire con la cassa da morto". Parole dure che, in alcune occasioni, sono sfociate anche in aggressioni fisiche con contusioni e ferite refertate dagli ospedali romani. 

Un incubo quello che da tre anni sta vivendo Suzana, una donna di origini serbe di 38 anni e mamma di 4 bambine, la più piccola di 6 anni. Fatti che sono stati tutti denunciati dalla polizia e ai carabinieri. Un incubo che la donna vive ormai dal 2019, quando è arrivata in uno dei palazzoni gialli di via della Tenuta di Torrenova, periferia est di Roma.

"Vado in giro con lo spray al peperoncino in borsa"

Qui vive in una casa popolare regolarmente assegnata dal comune di Roma, nel corso di questi anni Suzana si è integrata. Lavora, le figlie vanno a scuola e hanno le loro amichette. I vicini la conosco, ma non passa giorno senza che qualcuno la apostrofi in malo modo.

Una famiglia in particolare, la insulta e minaccia con una valanga di frasi razziste: "Sono stanca. - racconta a RomaToday - Ho paura. Vado in giro con lo spray al peperoncino in borsa. Una delle mie figlie, se qualcuno bussa alla porta con forza, si nasconde sotto al tavolo e piange". Come è successo lo scorso 3 agosto. 

La figlia maggiore, 14 anni, era scesa a portare giù il cane. Una donna, appartenente a quella famiglia che da anni insulta Suzana e le sue figlie, la punta. Le urla parolacce contro: "Non aspetto che fai 18 anni, te meno adesso", come racconterà Suzana poi alle forze dell'ordine. La bambina scappa in casa piangendo e nascondendosi sotto al tavolo. Suzana chiama la polizia e a quel punto la mattinata si anima. Altri componenti di quella famiglia, con una mazza, danneggiano la porta di ingresso di casa. 

La denuncia dell'ultima aggressione

Il giorno dopo la 38enne si fa coraggio e denuncia, di nuovo, tutto a i carabinieri di Tor Vergata ripercorrendo gli anni da incubo vissuti: "Dal 2019 fino ad oggi, quella famiglia ha avuto e ha verso di noi condotte reiterate fatte di minacce e aggressioni che ci hanno generato un costante sentimento di ansia e paura. Il tutto per motivazioni di odio razziale e allo scopo - ha raccontato la donna nero su bianco ai militari - di farmi abbandonare l'immobile a me regolarmente assegnato dal Comune, presumibilmente con lo scopo di farlo occupare a persone da loro gradite".

"I miei figli hanno paura"

Suzana è una donna rom di nazionalità serba, ma è nata in Italia, come le figlie. La casa vera, ha sbiadito - almeno in parte - il ricordo dei vari campi nomadi, della casa famiglia, dei container dove Suzana ha trascorso gran parte della sua vita. La tranquillità, però, è turbata da una quotidianità 'nera'. "Zingara di merda" è l'offesa più frequente che lei e le sue bambine la sentono ripetere da anni da questa famiglia.

Nel 2019, quando arrivò nel quartiere, ad "accoglierla" - per così dire - ci furono li attivisti di estrema destra. A raccontarlo anche diversi video che si trovano facilmente su YouTube. Al momento del loro passaggio, i militanti 'neri' lanciarono cori come allo stadio. "Ho diritto ad avere questo alloggio, ho presentato domanda nel 2018, ho seguito l'iter istituzionale. Sono in regola, non ho occupato abusivamente come qualcun altro qui", ci ha raccontato. 

"I miei figli non possono giocare nell'area condominiale. Una volta mi hanno urlato davanti a loro 'zingara di merda, chi ti ha fatto entrare qui. Ti ammazzo'. Sono stanca ma questa è casa mia ora. Noi ci siamo integrate. Siamo regolari e abbiamo tutti nostri di diritti di essere lasciate in pace. Noi dobbiamo restare, gli abusivi no", li pensiero di Suzana.

Al fianco della 38enne si sono schierate anche le maestre e le mamme dei compagni delle sue figlie, che le inviano messaggi di solidarietà, ma anche l'associazione 'Tor Più Bella', punto di riferimento a Roma est. 

Associazione e Comune vicini a Suzana

Tiziana Ronzio, l'operatrice sanitaria, fondatrice dell'associazione 'Tor più Bella' e finita sotto scorta perché minacciata da Giuseppe Moccia, sta seguendo il caso da vicino: "Quando Suzana mi è venuta a chiedere aiuto in associazione, non credevo di trovarmi di fronte ad una situazione così al limite. Il problema delle assegnazioni delle case dura da anni a Roma, ma non ci aspettavamo di trovarci davanti ad una situazione così crudele. Una donna sola con 4 bambini è stata attaccata da personaggi che non sanno neanche di che cosa parlano. Quello è il peggior fascismo, perché è il fascismo dell'ignoranza. Questo problema è stato completamente ignorato in questi anni ed è la cosa più aberrante che possa succedere ad un essere umano". 

Ronzio si è attivata subito contattando l'assessorato alle politiche abitative del comune di Roma coordinato da Tobia Zevi e la consigliera comunale del partito democratico Nella Converti: "Da parte nostra c'è una ferma condanna sulle varie aggressioni a sfondo razziale subite da Suzana. L'amministrazione comunale adesso è presente, l'abbiamo già incontrata e ci siamo attivati per attenzionare la situazione. I fascisti e i razzisti devono stare fuori dalla nostra città". La battaglia di Suzana è lunga, ma adesso non è sola. 

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