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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Via della Lungara

Regina Coeli: detenuto suicida in carcere, aveva 22 anni

Antigone e Stop Opg: "Fatto che ci addolora e ci indigna". Il giovane si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo legato alla grata del bagno

Tragedia ieri sera nel carcere romano di Regina Coeli dove un detenuto italiano di 22 anni è morto suicida. Lo rende noto il sindacato Fns Cisl Lazio. La scoperta del cadavere intorno alle 23:00 della sera del 24 febbraio, nella seconda sezione (terzo piano) della Casa Circondariale di Trastevere. Il giovane si è impicciato utilizzando un lenzuolo legato alla grata del bagno dell'istituto penitenziario.

EVASO DAL REMS - La vittima era evasa dal Rems (strutture residenziali che garantiscono l’esecuzione della misura di sicurezza (detenzione) e, al tempo stesso, l’attivazione di percorsi terapeutico riabilitativi territoriali per i soggetti a cui è applicata una misura alternativa al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario (OPG) e all’assegnazione a casa di cura e custodia), e per questo era stata associata nel carcere di via della Lungara

SOVRAFFOLLAMENTO - "Purtroppo seppur il personale è intervenuto immediatamente  nulla è servito a salvarlo - scrive ancora Fns Cisl Lazio -. Il carcere di Regina Coeli come noto ha un sovraffollamento di più 289 Detenuti, quando il dato detenuti presenti è attualmente 911 rispetto ai previsti 622.  Pur apprezzando le nuove normative in tema di esecuzione penale, istituendo il nuovo Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità, i risultati concreti tardano ad arrivare e nelle carceri resta il sovraffollamento". 

ANTIGONE E STOP OPG - La morte del giovane ha trovato il commento delle associazioni Antigone e Campagna Stop Opg: "Il suicidio del ragazzo di 22 anni avvenuto a Regina Coeli non solo ci addolora ma ci indigna anche". Le parole di Patrizio Gonnella (Antigone) e Stefano Cecconi (campagna Stop OPG) in riferimento al sucidio. 

"NON SI BUTTA LA VITA IN GALERA" - "Non si cura mettendo le persone dietro le sbarre - proseguono Gonnella e Cecconi -. Si cura affidando le persone, e ancor più i ragazzi, al sostegno medico, sociale, psicologico dei servizi del territorio. Se un ragazzo va via da una Rems non si deve parlare di evasione. Non si butta una vita in galera". 

IL SUICIDIO E' UNA SCONFITTA - Un fatto questo che avviene a pochi giorni dalla chiusura definitiva degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e che dimostra quanto ancora si debba fare in questa direzione. "Non sappiamo ancora bene la storia accaduta ieri sera nel carcere di Regina Coeli, ma ogni suicidio è una sconfitta, una disfatta per lo Stato che aveva in custodia la persona". "Speriamo che non si torni in modo burocratico sull'argomento di come prevenire i suicidi. I suicidi - concludono Antigone e Stop OPG - non si prevengono togliendo lenzuola, pantaloni, coperte. I suicidi si prevengono con l'ascolto, con la presa in carico delle biografie, con la cura, non con la custodia".

SUICIDIO A BOLOGNA - Sempre nella giornata di ieri un altro detenuto di 43 anni si era tolto la vita nel carcere bolognese della Dozza, a completare una giornata tragica che ha portato il numero di suicidi nelle carceri italiane, dall'inizio del 2017, a 10.

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