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Cronaca

Emergenza carceri: Detenuto suicida a Rebibbia. Agenti pronti allo sciopero della fame

Ieri Daniele Bellante si è suicidato in cella. Nelle carceri il clima è pesante, tra suicidi crescenti, sovraffollamento e carenza di organico penitenziario. Oggi l'incontro dell'Osapp al Ministero. A breve sciopero della fame degli agenti

Ennesimo suicidio nelle sovraffollate carceri italiane: ieri sera, nella sezione collaboratori di giustizia del penitenziario romano di Rebibbia, si è tolto la vita Daniele Bellante. L'uomo, 31 anni, si è impiccato annodando una striscia di tessuto alla finestra della cella.

Siciliano, originario di Vittoria, Bellante, secondo quanto si é appreso al momento, era un pluripregiudicato, fino al 2009 sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

I soli precedenti del giovane noti alle forze dell'ordine riguardano una serie di denunce per furto e ricettazione. Bellante si trovava in carcere dal 30 settembre dell'anno scorso, quando fu arrestato l'ultima volta per avere violato l'obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. Gli agenti lo ammanettarono a Vittoria, appena sceso da un autobus proveniente da Catania.

I suicidi in carcere sono diventati una vera emergenza. Ogni giorno, nei 206 istituti penitenziari della Penisola, si registrano almeno tre tentativi di suicidio da parte dei detenuti. L'anno scorso sono stati 800 e quest'anno, in poco piu' di tre mesi, gia' 250. Grazie al lavoro di vigilanza degli agenti di polizia penitenziaria, la maggior parte di questi tentativi si riesce a sventare, ma in alcuni casi non si fa in tempo a intervenire.
Un 'bollettino di guerra' che cresce ogni giorno: dal primo gennaio 2010 ad oggi sono gia' 19 i detenuti che si sono tolti la vita in carcere

E, come se non bastasse, a questo problema si aggiunge anche il sovraffollamento e la carenza di personale di polizia penitenziaria. Oggi l'incontro dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) con il ministro della Giustizia sul piano carceri. Il sindacato è sul piede di guerra e annuncia, per i prossimi giorni, iniziativa di protesta a cominciare dallo sciopero della fame da parte della polizia penitenziaria nelle carceri di Lazio e Piemonte.

"Nell'attuale disastro penitenziario italiano gli unici problemi che si vogliono affrontare sono quelli dell'edilizia, mentre il carcere in Italia ha da tempo perso qualsiasi parvenza di umanità per il personale e per i detenuti - ha dichiarato il segretario dell'Osapp Leo Beneduci - Il problema delle carceri va affrontato nel complesso e non solo dal punto di vista delle infrastrutture. Se i 700 milioni di euro nel 2010 ed il miliardo e mezzo di euro nel triennio per le nuove carceri fossero destinati ad una reale riforma del sistema, ad incrementare le risorse ed il numero degli addetti non solo di Polizia Penitenziaria, per la depenalizzazione dei reati di minore allarme e pericolosità e per il reale e produttivo reinserimento sociale dei reclusi, i vantaggi sarebbero molteplici anche in termini di maggiore sicurezza per l'intera collettività".

"L'esempio del nuovo carcere di Rieti pronto e consegnato da mesi e non in grado funzionare in mancanza di personale, doveva essere di monito per il Ministro Alfano - ha dichiarato in conclusione il sindacato- Le condizioni di vita e di lavoro nelle carceri non più "sopportabili" né per i detenuti né per il personale della polizia penitenziaria".

Contro questa situazione a breve, dunque, la protesta nel Lazio e nel Piemonte, con "auto-consegne nelle caserme e scioperi della fame".

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