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Cronaca Via Collatina

Stupro via Collatina: Alessio Il Sinto non risponde al Gip e resta in carcere

Resta a Regina Coeli anche il complice di Mario Seferovic

Hanno scelto di non parlare i due rom di 21 e 20 anni  arrestati per il sequestro e lo stupro di due 14enni avvenuto lo scorso 10 maggio in un campo sulla via Collatina. L'atto istruttorio che vede coinvolti Mario Seferovic, alias Alessio Il Sinto, ed un altro 20enne residente alla baraccopoli di via di Salone, si è svolto nel carcere di Regina Coeli davanti al Gip Costantino De Robbio. 

Violenza sessuale e sequestro di persona 

L’incontro con il giudice è durato pochi minuti. I due indagati, di 21 e 20 anni, nati a Roma da famiglie di origini bosniache e domiciliati nel campo nomadi della periferia est della Capitale, sono accusati di violenza sessuale di gruppo continuata e sequestro di persona continuato in concorso.

"Non ero lì, sono innocente"

Il legale del 20enne finito in carcere con Alessio Il Sinto ha riportato le parole del suo assistito secondo il quale “Non ero lì e sono innocente”. Il ragazzo è accusato di aver fatto da 'palo' al connazionale Mario Seferovic che materialmente avrebbe violentato le due ragazze. 

Il Gip: "Stupro feroce e premeditato"

Indagine dei carabinieri

Proprio in relazione alle indagini concluse, questa mattina il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Roma, Generale di Brigata Antonio de Vita, ha voluto complimentarsi con i Carabinieri della Stazione di Roma Tor Sapienza (foto in basso), per la brillante indagine che ha consentito di arrestare, in tempi brevi, i due responsabili della violenza sessuale subita dalle due ragazze minorenni, denunciata dai genitori.

Antonio De Vita carabinieri Tor Sapienza 2-2

Risposta immediata all'atto orribile 

Nel corso dell’incontro, avvenuto questa mattina nella caserma di piazza San Lorenzo in Lucina, il Generale de Vita ha sottolineato l’importanza di aver dato una risposta immediata a un atto orribile, assicurando alla giustizia i responsabili con una indagine silenziosa ma efficace; allo stesso tempo, rivolgendosi ai responsabili delle articolazioni del Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma presenti all’incontro, ha esortato tutti i Comandi dell’Arma sul territorio a proseguire nell’attiva azione di conoscenza dei pericoli del web a cui i giovani ed in particolare i minori possono venire incontro. 

Pericoli del web

Si tratta di un’iniziativa a cui partecipano le 174 Stazioni Carabinieri di Roma e Provincia, capillarmente distribuite sul territorio, che costituiscono l’espressione più diretta dell’Istituzione, quella prossima ai cittadini e che hanno un ruolo determinante nelle attività di prevenzione e repressione dei reati con la collaborazione dei presidi e direttori didattici degli istituti, organizzando conferenze sulla legalità nelle scuole, visite presso le caserme e specifica attività dell’Arma sul territorio, a garanzia della sicurezza degli studenti e delle famiglie.

Monitoraggio della rete 

Ai casi che vedono coinvolte vittime vulnerabili, ai reati compiuti attraverso la Rete, viene dedicata particolare attenzione sia in via preventiva che repressiva, attraverso un’efficace comunicazione nelle scuole e un continuo monitoraggio della Rete, impedendo pericolosi adescamenti, soprattutto nei confronti degli studenti minorenni.  

Lo stupro sulla Collatina

Lo stupro di via Collatina nacque infatti da un incontro su facebook che poi si trasformò in incubo per le due giovani vittime. Le due ragazzine, violentate lo scorso mese di maggio, inizialmente non raccontarono nulle e tantomeno ricorsero a cure mediche. Dopo un mese, venuti a conoscenza dell'episodio, i genitori di una delle due vittime si sono rivolte ai Carabinieri facendo partire le indagini.

Minacce di morte e poi la violenza sessuale 

Dai riscontri dei militari è emerso che solo il 21enne avrebbe avuto un rapporto sessuale con le vittime 14enni dopo averle minacciate di morte, costringendole a farsi legare in una zona boschiva in zona di via Collatina, mentre il 20enne faceva da palo. Ascoltate con le cautele di legge in quanto minori, i racconti delle ragazzine coincidono. Una delle due aveva conosciuto, tramite Facebook, il 21enne e dopo una corrispondenza telematica aveva accettato di incontrarlo. Durante l'ncontro, al quale la minore era andata con la sua amica, il 21enne le avrebbe costrette a seguirlo in un terreno nascosto alla vista dei passanti. Qui avrebbe abusato sessualmente di loro, mentre il suo amico faceva da palo, dopo averle legate.

Antonio De Vita carabinieri Tor Sapienza 1-2

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