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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Tor Sapienza / Via Renato Birolli

Legate e stuprate: così Alessio Il Sinto ha abusato di due 14enni. L'amico faceva da palo

I due, nati a in Italia, sono residenti nella baraccopoli di via di Salone

Legate ad una ringhiera e poi stuprate. A turno. E' l'incubo vissuto da due 14enni di Roma, violentate nel maggio scorso in un campo sulla Collatina tra via Renato Birolli e via Collatina. Le indagini dei Carabinieri di Tor Sapienza, iniziate dopo la denuncia di una delle due vittime, hanno portato all'arresto di Mario Seferovic, 21enne con precedenti per reati contro il patrimonio, e un amico 20enne incensurato che avrebbe fatto da "palo". 

Alessio Il Sinto, il suo nickname su Facebook

I due sono stati arrestati dopo un blitz nella baraccopoli di via di Salone, dove risiedono. Cognomi noti alle cronache romane ma sono italiani. Mario Seferovic è nato a Napoli, l'amico a Roma. Il primo sarebbe proprio la mente del macabro piano. Su Facebook si fa chiamare Alessio Il Sinto, posta video con dirette dove, con gli amici, andava in giro per la Capitale con abiti firmati. Oppure quelli a casa, mettendo in mostra i tatuaggi a petto nudo.

Un "cattivo ragazzo" che piace alle giovanissime. E così, proprio sui social, ha conosciuto una delle due vittime. Quindi l'appuntamento con la 14enne. Lei avrebbe portato un'amica, coetanea. Alessio Il Sinto un amico. 

L'incubo delle due 14enni 

Da lì, però, è iniziato l'incubo della Collatina. Alessio Il Sinto ha bloccato le due, spinte in un campo abbandonato. L'amico 20enne, che in tasca nascondeva le manette, le ha legate. Lui, secondo gli inquirenti, non ha partecipato allo stupro ha fatto da "palo".  Dopo lo stupro, commesso materialmente da Seferovic, le due amiche sono state minacciate di morte. Non avrebbero dovuto raccontare nulla.

Un mese dopo, però, una delle due 14enni ha vuotato il sacco e così è partita la denuncia. Indicata la foto sul profilo Facebook di Alessio Il Sinto, i Carabinieri della Stazione di Roma Tor Sapienza, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno identificato i due e portati così nel carcere di Rebibbia. L'accusa è di "violenza sessuale di gruppo continuata" e "sequestro di persona continuato in concorso".

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