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Stupro Caffarella: il test del Dna non incastra Racz e Loyos

I risultati ufficiosi parlano di “risultati non univoci”. I dubbi riguardano soprattutto Racz che da subito si è proclamato innocente. I risultati ufficiali dovrebbero arrivare domani. Gli investigatori hanno però chiesto la ripetizione del test

Potrebbero essere stravolte le indagini sullo stupro della Caffarella che 12 giorni fa hanno portato all'arresto di Alexandru Loyos e di Karol Racz. I risultati dei test del Dna non fornirebbero infatti risultati univoci in grado di inchiodare i due romeni.

I profili genetici dei due accusati non corrisponderebbero a quelli individuati sui vestiti, sul corpo e sugli organi sessuali della quattordicenne. Secondo quanto emerge dalla questura, la corrispondenza non equivale al grado richiesto dalle leggi.

I risultati ufficiali dovrebbero giungere oggi, ma gli investigatori avrebbero già richiesto alla scientifica di ripetere i test. Da quanto emerso i dubbi riguarderebbero soprattutto Karlo Racz che da subito si è proclamato estraneo ai fatti. Anche le analisi che riguardano Alexandru Isztoika Loyos, 20 anni, presentano però non poche incertezze.

Quest'ultimo dopo l'iniziale confessione, ha ritrattato tutto, dicendo che la confessione gli è stata estorta nel corso della notte.

Potrebbe però non essere solo il test del Dna a far vacillare le accuse nei confronti dei due romeni. Molti dubbi infatti vengono dai riscontri sui telefonini dei due arrestati che al momento della violenza utilizzavano frequenze diverse rispetto a quelle della zona della Caffarella.

A carico dei due restano comunque le dichiarazioni dei due fidanzatini che hanno riconosciuto entrambi attraverso le foto segnaletiche. Per Karol Racz la giornata di oggi potrebbe segnare anche l'accusa per lo stupro di Primavalle.
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