Chi parla di “strade killer” è complice dei prossimi incidenti mortali
La carneficina sulle strade si fermerà solo quando capiremo quali sono e dove si nascondono i problemi. “Strade killer” e “pirati della strada” non sono il punto
Sui giornali è tutto un parlare di “strada killer”. Titoli, articoli, richiami in prima pagina. La via Cristoforo Colombo, storica arteria novecentesca nata per collegare Roma all’Eur e poi al suo mare, è tutt’altro che una strada killer. È anzi un piccolo capolavoro viabilistico, visionaria e paesaggisticamente ormai inserita nel peculiare ecosistema che separa la Capitale dagli arenili di Ostia.
Ma visto che ci sono morti, e ce ne sono. E visto che le strade sono infrastrutture neutre, non certo dei killer. Allora i killer quali sono? Dove si annidano? Perché non si parla di loro? Perché nessuno va a stanarli chiedendogli conto di uno scenario dove si muore per le strade come in una guerra civile?
Proviamo ad analizzare dunque quali sono gli atteggiamenti criminali e assassini per quanto riguarda le politiche della mobilità a Roma. Vediamo quali scelte, queste sì killer, portano oggi Roma ad essere l’ultima capitale europea profondamente schiava delle automobili private, come fossimo nel 1972 invece che nel 2022.
Killer è ad esempio chi ha deciso che Roma non deve avere autovelox fissi e mobili in quantità, altrimenti si perde consenso e si subisce l’accusa di volere “far cassa” (cosa c’è poi di male a far cassa a spese di chi viola le regole?). Killer è chi non capisce che i dossi, i semplici dossi o gli attraversamenti pedonali rialzati, possono risolvere una gamma vastissima di problemi di sicurezza a costo zero. Killer è chi non allarga la Ztl da anni. Killer è chi ha abolito il sistema di street control, con telecamere montate sopra le vetture della Polizia Locale, che combatteva il cancro della doppia fila. Killer è chi ancora fa finta di non capire che le strade vanno progettate in modo che alle auto sia impedito fisicamente di sostare fuori posto, le curve vanno allargate, le strisce vanno protette, le fermate dei mezzi pubblici devono essere penisole messe in sicurezza, le carreggiate vanno ristrette. Killer è chi non vuole le isole ambientali, chi non pianifica le Zone 30 dando ascolto anche al più squallido dei comitati di quartiere, chi non protegge le isole pedonali e non ne aumenta il numero.
Sono degli autentici killer, clamorosi complici dei pirati della strada, coloro che combattono le piste ciclabili (“fanno aumentare il traffico e non ci passa nessuno”) e anche coloro che non ne pianificano di nuove e, pure, quelli che non attuano norme semplificate per chi si muove in bici (a Londra e a Parigi tutti i sensi unici sono sensi unici salvo che per le bici, in Italia sembra una bestemmia). Killer è chi non progetta nuove corsie preferenziali invalicabili per rendere più appetibile prendere un autobus; e chi non asservisce i semafori delle tramvie in modo che la velocità commerciale si avvicini alla decenza. Killer è chi, per quieto vivere, lascia che a Roma la sosta sulle strisce blu costi come costava trenta anni fa, suolo pubblico regalato in gentile omaggio agli automobilisti che così non sono mai disincentivati dal prendere la propria vettura privata. Killer è il numero ridicolo, patetico, risibile di multe rispetto alla quantità di violazioni. Killer sono le zero contravvenzioni a Roma contro chi non dà precedenza ai pedoni sulle strisce.
Killer è chi - succede anche in questi giorni - fa la guerra ai dehors dei ristoranti cercando di eliminarli per far tornare al loro posto i suv in sosta. Killer è chi si accanisce contro le strade scolastiche come a via Nino Bixio o a via Puglie. Killer è chi non implementa a Roma una congestion charge: l’Ecopass a Milano è in vigore dal gennaio del 2008 e in questi giorni è stato rinforzato ulteriormente. Killer è chi se la prende con i parcheggi interrati che invece permetterebbero di sistemare strade e piazze togliendo le auto dalla superficie e aiuterebbero a far comprendere agli automobilisti che la sosta si paga, non è gratis, convincendo molti a fare a meno dell’auto di proprietà.
Non sono le ricette cervellotiche di chi firma questo articolo, sono le strategie messe a punto e applicate diffusamente in tutte le grandi e medie città del mondo. Davvero tutte, nessuna esclusa.
Le modalità per scardinare la prepotenza delle auto e abbattere morti e feriti esistono, sono alla portata, sono state applicate nell’ultimo quarto di secolo dovunque. Basterebbe copiare. Killer, profondamente killer, è chi pensa che queste modalità vadano bene per tutte le città fuorché per Roma perché Roma è diversa, perché Roma è grande, perché “come scavi trovi qualcosa”, perché “ce stanno i Sette Colli”. Killer è chi ragiona in questa maniera e soprattutto chi, tra i decisori amministrativi e politici, si fa influenzare da questa inciviltà e da questa ignoranza diffusa.
Questa retorica della strada “killer” e dei “pirati” alla guida serve solo a gettare fumo negli occhi. A distogliere l’attenzione dai veri killer: i politici che si sono succeduti, i dirigenti dell’amministrazione, le varie soprintendenze, il legislatore che ci regala un Codice della Strada agghiacciante dove, tanto per dirne una, non è prevista alcuna decurtazione di punti per chi sosta in modo irregolare, cambierebbe lo scenario in una città come Roma. Ma i veri killer sono i cittadini stessi: residenti, comitati, commercianti. Gli stessi che piangono la morte dell’ennesimo ragazzo il giorno prima schiumavano contro ogni forma di limitazione alla loro libertà di fare quel diamine che gli pare quando sono in macchina.
Chi guida ubriaco, chi corre in macchina, chi si droga prima di mettersi al volante esiste in tutto il mondo. Chi crea le condizioni affinché questa gente spadroneggi, invece, esiste solo in Italia e in particolare a Roma. I dati spaventosi, ormai inediti in qualsiasi altra città del mondo, sulla mortalità e l’incidentalità confermano questa facile lettura senza alcun timore di smentita. I progetti per uscirne non esistono. Semplicemente non esistono. Chi sono dunque i killer?