rotate-mobile
Cronaca

Sfratti, lo stop del governo solleva la protesta: "Serve a mille famiglie su 250mila"

Nel milleproroghe tutele solo per la finita locazione e per 'categorie protette' con reddito sotto i 21mila euro all'anno. Movimenti: "Nuove mobilitazioni". Unione Inquilini: "Crudeltà sociale"

Ha sollevato un coro di voci contrarie la proroga degli sfratti inserita all’interno del decreto milleproroghe approvato ieri in Consiglio dei Ministri. Così come è scritto lo stop imposto dal governo di sfratti ne fermerà ben pochi. A differenza di quanto rivendicato a gran voce dai movimenti per il diritto all’abitare e dai sindacati di categoria negli ultimi mesi la moratoria non è stata estesa agli sfratti per morosità incolpevole, ovvero per quelle famiglie che non riescono a pagare l’affitto perché non arrivano alla fine del mese, che corrispondono a quasi il 90% degli sfratti totali, ma sono per quelli per finita locazione.

Ma non solo. Questi ultimi devono avere redditi bassi e all’interno del nucleo familiare anziani, malati terminali, portatori di handicap grave e minori potranno usufruire della proroga. Abbassata la soglia di reddito che dai 27mila euro annui passa ai 21 mila abbassando ulteriormente il numero di famiglie che potranno usufruire della norma. Il tutto per sei mesi. Insomma, nonostante l’autunno sia stato scaldato più volte dalle mobilitazioni proprio sul tema degli sfratti, il governo Letta fa orecchie da mercante e mette in campo misure ancora più restrittive rispetto al precedente.

Valutazione negativa arriva dai movimenti per il diritto all’abitare che annunciano nuove mobilitazioni.  “In assenza del decreto legge sull’emergenza abitativa annunciato dal ministro Lupi nel corso di alcuni incontri con una delegazione dei movimenti il governo ha varato una proroga degli sfratti ridotto ai minimi termini” commenta Paolo di Vetta. La speranza è che “il decreto arrivi a gennaio”. Quanto contenuto nel milleproroghe infatti “copre poco più di mille famiglie sulle oltre 250 mila sotto sfratto” continua. “Un provvedimento utile più a livello mediatico”. A gennaio è in cantiere l’organizzazione di una settimana di mobilitazione in tutte le città, dal 15 al 22, indetta dalla rete Abitare nella crisi. L’idea è quella di indire una giornata di protesta. “Stiamo pensando al 20 gennaio quando si terrà anche la manifestazione nazionale per la difesa del trasporto pubblico” conclude.

Duro anche il commento del sindacato Unione Inquilini: “Credevamo che non si arrivasse a questo punto ma il peso delle lobbies del mattone conta di più anche del semplice buon senso” commenta il segretario nazionale Walter De Cesaris. “Il governo ha mostrato tutta la sua crudeltà sociale. Non si tratta di altro che di miopia sociale, etica e politica, da parte di Ministri che, come sepolcri imbiancati, la domenica plaudono alle omelie del Pontefice che parla di garantire una casa a tutti e poi, nei giorni feriali, si comportano al contrario” continua la nota. “Infine, il governo si dimostra bugiardo in quanto solo 6 giorni fa aveva accolto due ordini del giorno, uno del PD e uno di SEL, che lo impegnavano a varare la proroga degli sfratti in vigore e a valutare la possibilità di estenderla alla morosità incolpevole, responsabile del 90% delle nuove sentenze di sfratto”. L’Unione Inquilini annuncia così che farà ricorso alla “disobbedienza civile”. Spiega De Cesaris: “Come scudi umani impediremo fisicamente l'esecuzione degli sfratti ai danni dei soggetti deboli in mancanza di soluzione alternativa”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sfratti, lo stop del governo solleva la protesta: "Serve a mille famiglie su 250mila"

RomaToday è in caricamento