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Cronaca

Metro C, Improta: "Aspettare il 30 settembre o prenderemo vie legali"

Risoluto l'assessore alla Mobilità: la decisione della sospensione è "uno strumento di pressione impropria". Dubbiosi i sindacati: "L'amministrazione faccia presto"

Non c'è pace per la linea C della metropolitana romana. Di fronte all'annuncio del consorzio che sta realizzando i lavori di voler chiudere i cantieri entro il 9 agosto, causa delle proteste di questa mattina, il Comune di Roma chiede tempo: posticipare lo stop ai lavori al 30 settembre, la richiesta avanzata dal sindaco Ignazio Marino e dall'assessore alla Mobilità Guido Improta.

L'assessore ha poi spiegato come “se non sarà così l'amministrazione si costituirà in giudizio e chiederà l'adempimento contrattuale”. In sostanza alle aziende viene chiesta un'ammissione di responsabilità: “Stiamo parlando tra persone che sanno esattamente quali sono i diritti e i doveri di ciascuna parte dal punto di vista contrattuale. È come se uno ordina una macchina e il concessionario non gliela consegna o la dà rotta. Penso che chi l'ha ordinata adirebbe alle vie legali. Noi stiamo nella stessa situazione”.

Per l'assessore la decisione del consorzio metro C è “uno strumento di pressione impropria”. Improta si è dimostrato risoluto verso la rivendicazione del gruppo di imprese: “Se qui esistono dei poteri forti vorrei si sapesse che ci sono anche resistenze forti. Noi stiamo parlando di un soggetto, consorzio Metro C, che ha preso i soldi, più di due miliardi di euro. Poi se è in sofferenza economica e non riesce a pagare 250 milioni di euro alle imprese c'è qualcosa che non va. Inoltre se i soldi non sono arrivati alle imprese non è responsabilità dell'amministrazione”.

La speranza di Improta è che “con l'aumento di capitale formalizzato ieri per far fronte alle esigenze finanziarie improcrastinabili” si riesca a posticipare un'eventuale sospensione al 30 settembre. Entro questa data, come ha spiegato il sindaco Marino, l'aministrazione comunale si impegna “a definire la posizione dell'amministrazione di Roma Capitale, e di tutte le altre istituzioni coinvolte in merito all'accordo transattivo del settembre 2011, mai formalmente sottoscritto da tutti gli enti finanziatori dell'opera”.

Il 30 settembre per i sindacati però è troppo tardi. “Ognuno deve fare il proprio mestiere, sindacati, aziende e istituzioni” ha commentato Mario Guerci della Fillea Cgil. “Nessuno afferma che il comune non debba fare dei controlli, anche perché si tratta di soldi pubblici, però la situazione è urgente e non ci possiamo di certo permettere una pausa estiva. Il rischio è che a pagare siano sempre i lavoratori”.

Critico anche il giudizio verso la decisione delle imprese di scendere in strada a protestare dietro cui vedono una “strumentalizzazione dei lavoratori” dietro cui si potrebbe celare “una battaglia nei confronti della città di cui non si comprende lo scopo”. In una nota congiunta Anna Pallotta della Feneal Uil, Andrea Cuccello della Filca Cisl e Mario Guerci della Fillea Cgil criticano l'atteggiamento “antisindacale” delle aziende che “hanno prelevato i lavoratori boicottando l'assemblea” che era in programma per questa mattina.

“Con il blocco delle attività di questa mattina, che rasenta una serrata, e con la manifestazione di un fantomatico comitato di società affidatarie, si rende palese che Metro C e le aziende stesse assumono non più il ruolo di soggetti economici, ma quello di soggetti politici, infischiandosene del futuro dei lavoratori e della città” dichiarano i sindacati. La richiesta è la convocazione di un incontro urgente da parte del prefetto e l'apertura di un tavolo per affrontare la situazione.

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