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Cronaca Tor Bella Monaca / Largo Ferruccio Mengaroni

Stefano Sparti morto a Tor Bella Monaca, procura indaga per istigazione al suicidio

Il 53enne era noto alle cronache per essere il figlio di Massimo, accusatore di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980

La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per istigazione al suicidio in relazione alla morte di Stefano Sparti, il 53enne trovato morto giovedì scorso nel cortile di casa a Tor Bella Monaca. L’uomo è il figlio di Massimo, ex della Banda della Magliana che aveva accusato Giusva Fioravanti e Francesca Mambro per la strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980.

Il pubblico ministero di Roma Francesco Cascini ha disposto l’autopsia. Al momento si propende per il suicidio: il 53enne si sarebbe lanciato dall’edificio di 14 piani dove viveva a largo Ferruccio Mengaroni. Nella tasca dei pantaloni sono state trovate le chiavi di casa. 

Sparti nel dicembre del 2018 era stato ascoltato nel corso del processo davanti alla corte d'assise di Bologna nell'ambito del processo all'ex Nar Gilberto Cavallini accusato di concorso nella strage della stazione e poi condannato all'ergastolo. Proprio quelle accuse Stefano Sparti le aveva contestate e smentite e, proprio per questo, dopo essere finito indagato nel 2018, era stato rinviato a processo dal gup di Bologna. L'accusa di cui era chiamato a rispondere era falsa testimonianza. Un processo che, il prossimo 24 febbraio, avrebbe vissuto un'udienza nel quale sarebbero stati sentiti i primi testimoni. 

Inizialmente erano 12 i testi accusati dalla procura di falsa testimonianza e reticenza per alcune dichiarazioni rese durante il processo Cavallini, ma poi le altre posizioni sono state archiviate. 

Nello specifico, Sparti rispondeva di falso per alcuni passaggi della testimonianza resa il 12 dicembre 2018, caratterizzata da numerosi "non ricordo". Tra questi, l'accusa ricordava quello relativo alla visita in ospedale al padre tre giorni prima della morte di quest'ultimo, ospedale del quale Stefano Sparti "non sapeva né dove fosse e come si chiamasse". E in quell'occasione, ricordava poi la procura, quando Sparti chiese al padre "perché avesse testimoniato il falso sulla strage ('Fioravanti e Mambro erano alla stazione in abiti da turisti tedeschi')", quest'ultimo, "che aveva dolori lancinanti, soffrendo le pene dell'inferno", gli aveva risposto che "non potevo fare altrimenti e l'ho fatto per voi'". 

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