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Cronaca

Ricoverato per covid, muore 34 anni: la procura apre un’inchiesta

Stefano Limongi è morto dopo due settimane di ricovero in una clinica, il giorno successivo al trasferimento all’Umberto I. Per i genitori, che hanno presentato denuncia, si tratta di un caso di malasanità

Un calvario durato due settimane, terminato con la peggiore delle notizie che potesse arrivare a due genitori: il figlio di 34 anni morto per coronavirus. La vita di Stefano Limongi, ristoratore romano, è finita il 5 marzo scorso al Policlinico Umberto I, dove era arrivato il giorno prima trasferito da una clinica di Talenti: due settimane di ricovero e spostamenti culminati con la morte, che per la famiglia non sarebbe stata causata soltanto dal virus, ma anche da un’assistenza sanitaria insufficiente e inadeguata.

I genitori di Stefano, assistiti dall’avvocato Antonio Vitucci, hanno riferito che il figlio aveva scoperto di essere positivo al coronavirus dopo un test rapido fatto a causa di una febbre persistente e di un malessere generale. Il 18 febbraio il 34enne si era rivolto al pronto soccorso del Sant’Andrea, dove è rimasto per una giornata prima di essere trasferito in una clinica.

Nei giorni del ricovero le comunicazioni da parte della struttura sanitaria sulle condizioni di Stefano sarebbero state ridotte all’osso, ed è stato lo stesso 34enne a comunicare il 4 marzo il trasferimento al Policlinico: il giorno successivo la tragica notizia della morte.

Per i familiari le cure prestate sarebbero state inadeguate e insufficienti, gli interventi poco tempestivi, la gestione poco accurata, soprattutto alla luce delle patologie di cui il 34enne soffriva e di un quadro clinico già complicato. E così la denuncia contro la clinica è arrivata sul tavolo del pm Pietro Pollidori, che per avviare gli accertamenti ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.

Al momento sono state requisite le cartelle cliniche del 34enne, che dovrebbero riportare il percorso medico dal ricovero al trasferimento arrivando sino al decesso, ed è stata richiesta l’autopsia per approfondire le condizioni di Stefano e le cause della morte: l’obiettivo è accertare se la morte potesse essere evitata seguendo un altro iter.

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