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Cronaca

Caso Cucchi, chiesto il rinvio a giudizio per i carabinieri accusati di omicidio

L'accusa per tre di loro è omicidio preterintenzionale, per gli altri due calunnia e falso. La sorella Ilaria Cucchi: "Sono emozionata. Finalmente ci siamo"

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque carabinieri coinvolti nell'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi. Per i tre militari che arrestarono il geometra morto il 22 settembre del 2009 all'ospedale Sandro Pertini, e ritenuti autori del pestaggio, l'accusa è di omicidio preterintenzionale, per gli altri due carabinieri sono calunnia e falso.

Il reato di omicidio preterintenzionale è stato configurato dal procuratore Giuseppe Pignatone e dal sostituto Giovanni Musarò nei confronti di Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco, all'epoca dei fatti in servizio al Comando Stazione di Roma Appia.

Si tratta dei militari che procedettero all'arresto di Stefano Cucchi in flagranza di reato per detenzione di droga. Tedesco è accusato anche di falso. Mentre a Roberto Mandolini, comandante Interinale della stessa stazione di Roma Appia sono attribuiti i reati di calunnia e falso. Accusa di calunnia anche per lo stesso Tedesco, e per Vincenzo Nicolardi, anche quest'ultimo militare dell'Arma. 

Ai tre carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale è contestato anche il reato di abuso di autorità per aver sottoposto Cucchi "a misure di rigore non consentite dalla legge". Commenta emozionata la sorella Ilaria Cucchi: "Finalmente ci siamo. È il momento migliore proprio in occasione dell'associazione dedicata a Stefano che presenterò il 18 febbraio". 

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