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Cronaca

Regina Coeli: morte sospetta per un detenuto 31enne

La denuncia è delle associazioni Antigone e “A buon diritto” che attraverso i rispettivi presidenti hanno ieri raccontato i particolari della vicenda che ha portato al decesso al Pertini di Stefano Cucchi

Morte sospetta a Regina Coeli. Un detenuto 31enne, Stefano Cucchi, è deceduto al Pertini per motivi ancora tutti da accertare. Per ora si sa solo che sul suo corpo i genitori hanno riscontrato tumefazione e lesioni non presenti al momento dell'arresto.

A denunciare l'episodio sono state le associazioni Antigone e “A buon diritto”, attraverso i rispettivi presidenti Patrizio Gonnella e Luigi Manconi. “Al momento dell'arresto”, spiegano Gonnella e Manconi, “secondo quanto riferito dai familiari, stava bene, camminava sulle sue gambe e non aveva segni di alcun tipo sul viso. La mattina seguente, all'udienza per direttissima, il padre ha però notato tumefazioni al volto e agli occhi".

Gonella e Manconi spiegano che per il reato contestato a Cucchi, detenzione di modeste quantità di stupefacente, di solito si viene mandati a casa. Nel caso di Cucchi ciò non è avvenuto e, in aggiunta a ciò, ai genitori del ragazzo è stato impedito di vedere il figlio. Dal carcere, invece, viene disposto il ricovero all'ospedale Pertini. "Pare per “dolori alla schiena”, spiegano Gonnella e Manconi. "Ai genitori non è consentito di vedere il figlio. L'autorizzazione al colloquio giunge per il 23 ottobre ma è troppo tardi perché Stefano Cucchi muore la notte tra il 22 e il 23 ottobre. I genitori rivedono il figlio per il riconoscimento all'obitorio e si trovano di fronte a un viso devastato".

“Quando un uomo entra in carcere con le sue gambe e ne esce morto dopo pochi giorni, è indispensabile che le istituzioni spieghino cosa è' successo in maniera pronta e trasparente. E se necessario, ammettano le loro responsabilità". E' quanto ha dichiarato Mario Staderini, della Direzione nazionale di Radicali Italiani, in merito alla vicenda.

"Una morte tragica, sospetta che richiede risposte dalla magistratura, dall'amministrazione penitenziaria, dai carabinieri, dai medici del Pertini e dalla Asl competente”, concludono Manconi e Gonnella che chiedono che vengano rese pubbliche le foto del viso tumefatto di Cucchi.
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