Sparò a bimba rom, chiede di patteggiare e offre risarcimento di 220mila euro
Nell'appartamento dell'ex dipendente del Senato, dal quale è partito il colpo che ha ferito la bimba, i carabinieri trovarono una carabina e una pistola ad aria compressa
E' stata aggiornata al 28 gennaio l'udienza davanti al gup Anna Maria Gavoni dopo la richiesta di patteggiamento avanzata dall'uomo che, il 17 luglio dello scorso anno, sparò dal balcone con un fucile ad aria compressa ferendo alla schiena Cirasela, una bimba rom di 15 mesi.
Nella richiesta di patteggiamento, l'offerta di risarcimento danni ammonta a 220mila euro. L'udienza è stata rinviata al 28 gennaio per consentire alla procura di fare le sue valutazioni. I genitori della piccola Cirasela non hanno mai avuto dubbi sul fatto che la loro piccola fosse stata vittima di un colpo di pistola ad aria compressa.
L'uomo, ex impiegato del Senato, aveva ammesso di aver esploso un colpo, partito a suo dire "accidentalmente". In casa, i Carabinieri hanno trovato e sequestrato una pistola e un fucile ad aria compressa. "Stavo provando la pistola ad aria compressa che avevo appena comprato", disse.
I reati che vengono contestati sono lesioni volontarie aggravate e violazione della legge sulle armi, per aver modificato la carabina per aumentarne la potenzialità offensiva. Stando al perito nominato dal gip, che ha ricostruito la dinamica dello sparo, il 59enne avrebbe fatto fuoco dal suo balcone al settimo piano di via dei Romanisti, "puntando verso il basso" e premendo il grilletto dopo aver caricato l'arma tirando indietro la leva dell'otturatore.