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Sabato, 23 Settembre 2023
Cronaca

La storia dei (presunti) spari contro i cinghiali

Otto manifestanti sono stati identificati dai carabinieri della compagnia Trionfale che avrebbero lanciati dei petardi

"Stanno sparando ai cinghiali, correte". Dirette su Instagram e Facebook, per chiamare all'adunata gli amanti degli animali e difendere gli ungulati da presunti uomini armati. Un allarme, però, che stando a quanto ricostruito dalle forze dell'ordine sarebbe stato infondato. Anzi, quelle "esplosioni" udite nella zona di Monte Mario nella serata dell'undici ottobre non sarebbero riconducibili a colpi di fucile o pistola, bensì a petardi fatti esplodere proprio dagli attivisti per i diritti per gli animali. 

Almeno questa è la ricostruzione fatta dai carabinieri della compagnia Trionfale che hanno identificato 8 attivisti. Le loro posizioni sono al vaglio e rischierebbero anche una accusa per procurato allarme. Eppure sui canali social della 'Sfattoria degli Animali' il messaggio, doppio, è stato chiaro: "Hanno sentito degli spari a via Taverna", prima e poi ancora: "Abbiamo avuto la segnalazione che stavano portando via dei cinghiali".

Il tam tam sui social

Post visti da oltre diecimila utenti, con tanto di dirette video, che hanno innescato un tam tam. Daniela Martani, già concorrente del Grande Fratello e animalista dichiarata, dal suo profilo Facebook ha rimbalzato l'allarme: "Stanno per uccidere una mamma cinghiale con i suoi cuccioli. Accorrete in massa, bisogna fermarli".

E poi, ancora, Enrico Rizzi, anche lui animalista con oltre 370 mila follower: "Tre macchine dei Carabinieri e 15 agenti in divisa per un paio di cinghiali e una decina di attivisti che stanno tentando di proteggerli. Vogliono ucciderli adesso dentro il parco. Se c’è una rapina, un furto o una rissa, probabilmente questa immagine non la vedrai mai. Vergogna".

Il commento politico

E così che via Taverna si è animata. Un manipolo di attivisti ha circondato l'area verde di Monte Mario che affaccia su via Taverna. La "socialmediaticità" del fatto ha stimolato anche il consigliere capitolino Daniele Diaco, sensibile alle questione degli animali: "Gli attivisti della Sfattoria degli Ultimi sono scesi in strada assieme ad alcuni residenti per protestare contro i fucili spianati dei guardia parco che sono intervenuti nell'area nell'ambito del piano di abbattimento contro gli ungulati. - si legge in una nota del rappresentante el Movimento 5 Stelle - Insomma, gli attivisti della Sfattoria non hanno nemmeno avuto il tempo di festeggiare l'ordinanza con cui il Tar del Lazio lunedì scorso ha annullato l'ordine di abbattimento per i 140 animali che vivono nel rifugio".

"È evidente l'inciviltà e la crudeltà di questa condotta: all'attuale Amministrazione non interessa il benessere degli animali, anzi fa di tutto per cacciarli, maltrattarli, sparargli contro. Diciamo basta a questa infamia contro degli esseri viventi: adottino, come avevamo proposto noi, un piano di contenimento etico per la sterilizzazione se ne sono capaci, altrimenti si vadano a nascondere per la vergogna. Continueremo a vigilare perché certi atti non accadano più", il duro comunicato.

"Non erano spari ma petardi"

Ma gli spari segnalati dai cittadini, ci sono effettivamente stati? Secondo i carabinieri no. Stando a quanto ricostruito dagli uomini dell'Arma della compagnia Trionfale, intorno alle 20 di ieri i rappresentanti di Roma Natura insieme ai Guardia Parco erano impegnati per posizionare le gabbie per la cattura degli ungulati per limitare il contagio di peste suina africana.

Un servizio programmato, interrotto però dalla protesta degli attivisti. Secondo quanto emerso, inoltre, quelle "esplosioni" udite nel quartiere non sarebbero riconducibili a spari, ma a petardi che sarebbero stati lanciati proprio dalle persone che si sono recate in via Taverna. Almeno questa la ricostruzione delle forze dell'ordine. La posizione degli 8 manifestanti identificati è al vaglio. Nelle prossime ore è attesa una informativa in Procura. 

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