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Cronaca

Spari e agguati incendiari: cosa sta succedendo a Ostia

Carabinieri e polizia stanno indagando. Che ci sia un filo rosso nella serie di agguati avvenuti negli ultimi due mesi è presto per dirlo, ma l'ipotesi non viene esclusa

Spari, nuovi arresti e attentati incendiari. A Ostia, negli ultimi due mesi, sembra sia in atto una faida criminale. Chi indaga, polizia di Stato e carabinieri, al momento non si sbilancia. Eppure l'ipotesi non viene esclusa. Nell'ultimo mese si sono contati due episodi simili: colpi di pistola esplosi in piazze dello spaccio a scopo intimidatorio. Ma chi voleva alzare la voce e contro chi è ancora presto per dirlo. 

Chi comanda a Ostia?

C'è però un dato, oggettivo, è che fa riflettere: dopo gli arresti che hanno decapitato il clan Spada e prima ancora i Fasciani, poi il gruppo dei "napoletani" e la morte di "Barboncino", Ostia è in una fase nella quale non è ancora chiaro chi comanda. Non solo. Lo scorso ottobre Roberto Spada è tornato libero. Spada ha scontato la condanna per l'aggressione al giornalista Daniele Piervincenzi.

Su di lui pende ancora la condanna per il 416 bis. Uscito dal carcere di Tolmezzo, il suo ritorno sul litorale è stato "celebrato" con una festa accompagna dall'esplosione di fuochi d’artificio nella roccaforte di piazza Gasparri, la piazza di spaccio per antonomasia di Ostia Nuova. Un omaggio a "Robertino", fratello del boss Carmine e reggente del clan. L'ex pugile è attualmente sottoposto a sorveglianza speciale e lo sarà per tre anni. 

Gli spari ai "Lotti"

Poco meno di un mese dopo la sua scarcerazione, questo racconta la recente cronologia, nella piazza di spaccio dei "Lotti", il complesso di case popolari disteso lungo via Vasco de Gama, tra via della Paranzella e via delle Gondole, sono stati esplosi una serie di colpi di pistola. Era il 4 novembre scorso. Al loro arrivo i militari della compagnia di Ostia non hanno trovato nulla se non alcuni bossoli a terra, almeno dieci.  

Lì, tra quelle palazzine, vivono e si nascondo spesso i cosiddetti "cileni" di Ostia (come testimonia un recente arresto) e altri spacciatori considerati cani sciolti, come avvenuto in passato. È possibile pensare che qualcuno aveva pensato allargare il proprio business della droga approfittando di un vuoto di potere? Non è escluso. 

La serie di controlli

Anche in questo caso la cronologia dei fatti può aiutare. Dopo gli spari esplosi, i carabinieri e la polizia di Stato per giorni hanno setacciato la zona dei "Lotti". Risultato: arresti, perquisizioni, componenti armi e droga sequestrate. Controlli che in quei quei giorni si sono estesi anche in piazza Gasparri, via Forni e via Mario Fasan, la roccaforte degli Spada. Proprio in quell'occasione fu notificata a Roberto Spada la sorveglianza speciale. Altro risultato: piazze di spaccio ferme per qualche giorno e fiato sul collo degli investigatori.

Incendi e spari

I giorni passano e da novembre si passa alla notte tra il 10 e l'11 dicembre. Prima un incendio in viale Vasco da Gama, a due passi dai "Lotti", viene dato alle fiamme poi qualcuno - poco dopo - spare sette colpi di pistola contro un portone. Chi indaga non esclude che i due episodi siano collegati. Lì, nella palazzina di via Casana anticamera di Ostia Nuova, vivrebbero persone vicino agli Spada. Il condizionale è d'obbligo perché, neanche a dirlo, chi indaga lo sta facendo a bocche cucite. È possibile immagine che questa serie di (presunti) agguati siano legati e che descrivono un nuovo scenario criminale? Le indagini sono in corso. Al momento chi ha fatto fuoco non è stato ancora trovato.

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