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Cronaca

Sparatoria a Palazzo Chigi, Preiti confessa: "Il mio obiettivo i politici"

Quarantanove anni, calabrese, di Rosarno. Ancora da accertare se sia affetto da problemi psichici, notizia smentita dal fratello Arcangelo e dal Pm che lo ha interrogato. A quanto emerso voleva suicidari ma aveva finito i colpi. Due i carabinieri feriti

In giacca e cravatta davanti a Palazzo Chigi armato di pistola mentre il governo sta giurando al Quirinale. La estrae e inizia a sparare, lì, in piazza Colonna, dove il nuovo esecutivo prenderà vita. Una raffica di colpi uno dietro l'altro. Due guardie rimangono ferite e il panico dilaga. La polizia procede all'arresto quasi all'istante dando subito un volto all'attentatore. Si chiama Luigi Prieti, ha 49 anni, è calabrese di Rosarno.

Il folle gesto di uno squilibrato? Questo si è pensato immediatamente, e questo è circolato anche negli ambienti investigativi. Il profilo dell'attentatore però, per quanto ancora al vaglio, si sta delineando diversamente. Prima il fratello, che ha dipinto Prieti come "un lucido padre di famiglia" e ora il Pm dopo averlo interrogato: "Ha confessato tutto. Non sembra un pazzo". Ma andiamo con ordine.

I FATTI - Prieti si è introdotto nella piazza e ha esploso i colpi intorno alle 11 e 40 di questa mattina. La scia di bossoli rinvenuta a terra dalla scientifica parla di sei proiettili, anche se i testimoni inizialmente riferivano di averne uditi distintamente otto. Il brigadiere Giuseppe Giangrande, 50 anni, è stato ferito al collo e al momento è in prognosi riservata all'Umberto I. Francesco Negri invece, 30 anni, carabiniere scelto, ha riportato una ferita alla gamba ma non versa in pericolo di vita.

Sparatoria Palazzo Chigi - foto da video

Tra i feriti lo stesso Preiti che avrebbe riportato lesioni alla testa. Anche una passante, Marina Stolfi, è stata raggiunta di striscio da un proiettile, o più probabilmente da una scheggia, soccorsa dal 118 e trasportata in ospedale. La donna è incinta e per fortuna non è grave. Subito dopo la sparatoria, l'intera area è stata transennata dalle forze dell'ordine per permettere di continuare a svolgere i rilievi del caso.

LUIGI PRIETI (Chi è l'attentatore di Palazzo Chigi) - Nato in provincia di Reggio Calabria nel gennaio del '64, Luigi Preiti vive da anni a Predosa, in Piemonte. Inizialmente è stato definito dalle forze dell'ordine uno squilibrato, notizia che è stata però smentita dal fratello Arcangelo, sentito dall'Adn Kronos. "Fino a ieri mattina mio fratello era una persona lucida e intraprendente. Ora sento queste notizie e mi crolla tutto addosso. Ha perso il lavoro e si è separato dalla moglie. E' un padre di famiglia".

L'INTERROGATORIO - Queste le parole del Pm dopo il primo interrogatorio: "E' un uomo pieno di problemi che ha perso il lavoro, aveva perso tutto, era dovuto tornare in famiglia: era disperato. In generale voleva sparare sui politici, ma visto che non li poteva raggiungere ha sparato sui carabinieri". E non è tutto. Al gesto eclatante contro i politici, in un giorno e in luogo simbolo, sarebbe seguito il suicidio. Se non c'è stato è perché Preiti "aveva finito il caricatore", come riferito dal neo-ministro dell'Interno Angelino Alfano.

"Siamo davanti a una persona con lucidità cognitiva. A un atto criminale non compiuto in preda a delirio o in stato confusionale ma pianificato - ha detto all'ANSA Luigi Janiri, professor associato di Psichiatria dell'Università Cattolica Sacro Cuore di Roma - ed è proprio il proposito di suicidarsi che va esplorato come rabbia per il proprio scadimento sociale e per la precarietà che chi ha sparato vedeva in se stesso ma anche nella società". Una "lucidità cognitiva", come definita dall'esperto, che troverebbe ulteriori conferme in alcuni dettagli forniti da Preiti al Pm: "Ho deciso di fare tutto questo 20 giorni fa, la pistola l'ho acquistata quattro anni fa al mercato nero ad Alessandria". Insomma, un gesto meditato a lungo. Tanti i commenti da quel mondo politico contro cui l'uomo voleva scagliare rabbia e disperazione.

La stampa estera commenta l'attentato di Palazzo Chigi

I COMMENTI - Il primo cittadino Gianni Alemanno, subito sul posto alla notizia degli spari, ha dato una sua interpretazione dei fatti: "E' il gesto di un pazzo e di uno squilibrato, ma non ci dobbiamo stupire quando si inveisce continuamente contro il 'Palazzo', come se fosse da abbattere". Per poi sottolineare il buon funzionamento del sistema di sicurezza. "I carabinieri hanno fatto scudo col loro corpo per difendere le istituzioni, si sono comportati con la massima professionalità. Hanno disarmato questo pazzo attentatore senza neanche rispondere al fuoco. Dobbiamo tutti essere fieri di loro. Falla nel sistema di sicurezza? Direi il contrario".

"Siamo tutti sconvolti e colpiti, ora occorre grande responsabilità e il ritorno a una politica dei fatti". Così Maurizio Lupi, neo ministro dei Trasporti, ai microfoni di Tgcom24 esprimendo anche "solidarietà ai familiari dei nostri Carabinieri colpiti e a tutta l'Arma". Ai familiari dei coinvolti si rivolge anche il candidato sindaco di Roma, Alfio Marchini. "Io penso alle famiglie di quel carabiniere e di quel signore. Sono due storie di disperazione a cui noi dobbiamo dare una risposta".

"Voglio esprimere la mia solidarietà e vicinanza ai carabinieri feriti e il pieno sostegno mio e della Regione Lazio all'Arma per il lavoro che quotidianamente svolge a tutela delle istituzioni e per la sicurezza dei cittadini", ha osservato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Alle 15 il candidato Sindaco Ignazio Marino si è recato al Policlinico Umberto I in visita a Giuseppe Giangrande, il brigadiere dei carabinieri ferito al collo.

"Come tutti sono fortemente preoccupato e scosso. Un episodio grave e inquietante - ha detto Marino - Mi auguro sia fatta al più presto piena luce sull'accaduto e sono vicino ai carabinieri feriti e ai cittadini convolti nella sparatoria. Ho già chiamato il comando generale per esprimere la mia solidarietà e il mio dolore al comandante generale dell'Arma. Per fortuna abbiamo dei carabinieri così capaci di fare il proprio lavoro. Sono eroi del nostro tempo - ha continuato Marino durante la visita accompagnato dai dirigenti della struttura - La situazione è molto grave. Il paziente dovrà essere sottoposto a un intervento neurochirurgiuco per via della lesione riportata. E' assistito da un respiratore automatico e in questo momento sta entrando in sala operatoria. Sul gusto non ho nessun commento da fare, non ho elementi su questo aspetto".

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