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VIDEO | Raccontano in radio le carenze dello Spallanzani, due sindacalisti ora rischiano il licenziamento

Un lavoratore decide di raccontare a Roma Today, mantenendo nascosta la sua identità, la situazione che negli ultimi mesi stanno vivendo nella struttura sanitaria di via Portuense.

LA REPLICA DELLO SPALLANZANI

Partecipano ad una trasmissione di Radio Onda Rossa, lo scorso 30 maggio, raccontando le carenze di personale, l'introduzione del nuovo orario di lavoro che li porta a svolgere dodici ore di servizio consecutive, di giorno come di notte, e del loro incontro con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in occasione della sua visita per gli 80 anni dell'ospedale. Un intervento che ora rischia di costare ai due infermieri, e rappresentanti sindacali dei Cobas, il posto di lavoro.

Il 18 luglio subiranno un consiglio disciplinare richiesto dalla direzione generale dell'Istituto nazionale per le malattie infettive, Lazzaro Spallanzani, in cui l'azienda sottolinea che si tratta di “comportamenti di una gravità tale da non consentire la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto di lavoro”, si legge nella lettera inviata ai lavoratori.

LA REPLICA DELLO SPALLANZANI

Uno dei circa cento infermieri turnanti impiegato nella struttura sanitaria, decide di spiegare a Roma Today la situazione. “Ho deciso di farlo perché è importante che tutti sappiano quello che accade allo Spallanzani – dice – e lo faccio nascondendo la mia identità perché ho paura di perdere il lavoro, come stanno rischiando i miei colleghi”. “Da quando si è insediata la nuova direzione generale, lo scorso ottobre è venuto meno il dialogo tra i vertici aziendali, i lavoratori ed alcuni dei rappresentanti sindacali – continua – fino al punto che è stato imposto in maniera praticamente unilaterale un nuovo orario di lavoro che ci porta a svolgere anche dodici ore di servizio consecutive, anche di notte. Lei si farebbe cambiare una flebo da un infermiere alla sua undicesima ora di lavoro?”, si chiede.

Lo Spallanzani è un istituto che, proprio per la sua natura sanitaria, tratta casi delicati di malattie infettive e meningiti, centro per la cura dell'Aids, noto per aver curato i due operatori di Emergency che contrassero l'Ebola in Sierra Leone. Ad 80 anni dalla sua apertura, come molti dei presidi sanitari della Regione, “vive da tempo carenze di personale dovute anche alla mancata sostituzione dei colleghi andati in pensione, le lunghe assenze – spiega il lavoratore – e siamo arrivati al punto in cui nemmeno la libertà di espressione viene garantita”.

LA REPLICA DELLO SPALLANZANI

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