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Cronaca Ostia / Via Giovanni Ingrao

Ostia: il business delle case popolari, i tentacoli del clan Spada nel quartiere

Lo sgombero di Vincenzo Spada, a Ostia Nuova, è solo l'ultimo blitz in ordine di tempo

Sfratti coatti e occupazioni abusive. Casa popolari usate come basi dello spaccio di droga, come vetrina per ribadire la propria egemonia a Ostia Nuova oppure per nascondere latitanti. Così il clan Spada ha aumentato, nel corso degli anni, il proprio potere criminale nella zona Ponente del lido.

Sgomberato l'appartamento di Vincenzo Spada

L'ultimo blitz, quello di giovedì 4 ottobre, dove le forze dell'ordine hanno sgomberato un alloggio popolare occupato abusivamente da Vincenzo Spada e dalla moglie, figlia di "Frank l'Iracheno", appartenente all'ex Banda della Magliana e coinvolto nell'operazione del 2004 denominata "Anco Marzio".

 Vincenzo Spada, detto 'Gnocco', è figlio del boss 'Pele' morto in carcere nel 2016 che, secondo gli inquirenti, avrebbe gestito il 'racket' delle case popolari a Ostia.

In via Giovanni Ingrao si sono presentati un centinaio di agenti del Comando Generale, dell'Unità Spe e del X Mare con la collaborazione del personale della Polizia di Stato. Una nuova operazione che ha certificato, ancora, come non solo lo spaccio e l'usura, vero 'core business' del clan, ma anche lo sfruttamento del problema dell'emergenza abitativa per marcare il territorio e assoldare "nuovi soldati" fanno parte degli affari di Spada.

Le operazioni Sub Urbe e Eclisse

A spiegare bene questo giro d'affari illegali le due operazioni Sub Urbe e Eclisse che hanno decapitato il clan Spada e fatto emergere le tele della famiglia criminale di Ostia, tanto da essere marchiata anche con la pesante etichetta di "gruppo mafioso". Il Gip di Roma Anna Maria Fattori nell'ordinanza di custodia cautelare relativa a Sub Urbe è chiara: "Le emergenze investigative danno contezza dell'ascesa criminale della famiglia Spada che sta sostituendo il potere già detenuto dalla famiglia Fasciani con la quale era alleata".

Sgombero Spada Nuova Ostia 4

"Sia l'episodio dell'aggressione in danno di Massimo Cardoni sia le vicende estorsive relative all'occupazione delle case popolari, di per sé contraddistinte da una forte connotazione mafiosa per le loro modalità attuative, sono coerenti con un più ampio progetto criminale volto a favorire le attività illecite del clan Spada di Ostia e, più specificatamente, indirizzate ad ottenere e rimarcare un vero e proprio controllo del territorio", si legge ancora.

Gli episodi ai quali fa riferimento il Gip sono quelli relativi alla gambizzazione di Cardoni avvenuta nell'ottobre del 2015, esponente del gruppo criminale Baficchio e cugino di Giovanni Galleoni ucciso a colpi d'arma da fuoco il 22 novembre 2011 in via Forni, insieme al suo "socio" Francesco Antonini, quando entrambi si trovavano all'apice della loro ascesa criminale sul litorale. 

Il racket delle case popolari agli Spada

Gli Spada, che nel tempo si sono fatti forti dei rapporti con i Fasciani (finiti in carcere in questi anni ndr), avevano così preso possesso delle case popolari in via Forni, via dell'Idroscalo, via Cagni, via Rutavia Vinconvia Baffigo e via Vasco de Gama. Le indagini, in questo periodo, sono state alimentate dalle dichiarazioni di alcuni soggetti vittime delle intimidazioni degli Spada e che facevano parte del gruppo perdente, i Baficchio, e che si sono rivolti alle forze dell'ordine.

Racconti che parlavano chiaramente di come il racket delle casa popolari di Ostia Nuova fosse in mano a Roberto e Carmine Spada, e ai loro familiari. Tra questi anche il resoconto di Tamara Ianni, proprio ieri balzata nuovamente sulle pagine della cronaca romana perché, fuori la casa dei suoi genitori in via delle Azzorre, è stato lanciato un ordigno esplosivo. Una intimidazione in stile mafioso per mettere pressione sulla collaboratrice di giustizia che, attualmente, vive in una località protetta.

Sgombero Spada-2

Occupate case di chi non paga i debiti di droga

Gli episodi relativi a sfratti coatti sono continuati anche nel corso degli anni. Anche dopo l'operazione Sub Urbe. Tra le pagine di ordinanza relative a Eclisse, che portò all'arresto di 32 membri del clan Spada, emerge come Roberto Spada, in seguito al mancato pagamento di una partita di hashish, avrebbe costretto la madre del suo debitore a cedergli il suo appartamento, più grande di quello di Roberto, assegnato dal Comune di Roma.

L'immobile in questione è quello dove Roberto Spada è stato tratto in arresto. In particolare scrivono gli investigatori: "Nell'ambito delle estorsioni tipico è il modus operandi adottato dagli Spada per impossessarsi delle case popolari, ovvero quello di cedere a credito la sostanza stupefacente fino a far raggiungere un indebitamento talmente insostenibile da parte dell’acquirente che l’unica possibilità di estinzione, imposta con violenza dai creditori, era soltanto attraverso la cessione del proprio appartamento". Un modo di agire tipo anche dei Casamonica, come emerso dall'operazione Gramigna.

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