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Cronaca San Basilio / Via Carlo Tranfo

"Er Papera", Valerio ed i loro soldati: a San Basilio lo spaccio come una "macchina da guerra che produce reddito"

Le indagini dei carabinieri hanno portato all'arresto di 16 persone. Ricostruiti i ruoli ed il modus operandi dell'organizzazione criminale

Un sistema di welfare che si autoalimenta autonomamente. Per ogni arresto un sostituto, per ogni blitz un ricambio di forza lavoro, sia un pusher, una vedetta o un corriere. Succede a San Basilio dove i carabinieri hanno smantellato l'ennesima organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti arrestando 16 persone, al termine di una lunga indagine (svolta tra marzo 2018 e novembre 2018) nel corso della quale sono state complessivamente 31 le persone colte in flagranza di reato.

La banda de "er Papera" e Valerio 

Il blitz alle prime luci di martedì nella cosiddetta zona de La Lupa, considerata una delle piazze di spaccio più importanti non solo di Roma e d'Italia, ma anche in Europa. Una vera e propria società per lo spaccio gerarchicamente strutturata e capillarmente diffusa sul territorio, anche mediante il posizionamento agli angoli delle strade di numerose vedette, organizzate con veri e propri turni di lavoro di 6-7 ore, al fine di prevenire gli interventi delle forze dell’ordine.

Al vertice della banda Stefano V. detto "er Papera" e Valerio V., fratello di Emiliano, arrestato dai militari dell'Arma nel corso dell'operazione denominata "Gli Orti" che decapitò un giro di spaccio a poche centinaia di metri da via Tranfo, via Gigliotti e via Mechelli, dove ieri è scattato l'ennesimo blitz. 

Una macchina da guerra che produce reddito 

 "Non si tratta di una realtà provvisoria ma di una macchina da guerra che produce reddito e che e fino a che non si interviene per fermarne il funzionamento continuerà a trovare accoliti e nuovi adesioni". Scrive il Gip Rosalba Liso nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 16 persone ed eseguita dai carabinieri della Compagnia di Montesacro

"L'attività di indagine - scrive ancora il Gip - ha provato l'esistenza di una realtà stabilmente strutturata impegnata nel settore dello spaccio di cocaina con base nel quartiere romano di San Basilio. Tale realtà impone l'adozione di provvedimenti cautelari che interrompano l'attività criminosa essendo altamente probabile che i componenti del sodalizio abbiano continuato e continuino tuttora a svolgere la stessa attività criminosa. L'avere preso parte ad un gruppo organizzato anche se solo con il ruolo di pusher o vedetta, l'aver condiviso le strategie e le disposizioni dall'alto, le sorti comune in capo a i capi e agli organizzatori, costituisce indice di adesione ad un sistema di vita che non può essere considerato provvisorio e per il quale non è necessario provare fattualmente la prosecuzione".

Lo spaccio a La Lupa 

Con riferimento all'associazione denominata 'La Lupa' "le indagini hanno rivelato che si tratta di un contesto criminale molto stabile organizzato con modalità imprenditoriali - scrive il Gip, Rosalba Liso -. Tale organizzazione presenta i caratteri della stabilità e la capacità di programmare indefinitamente il commercio di stupefacenti nonostante i numerosi interventi delle forze dell'ordine". 

In questo contesto, scrive il Giudice per le Indagini Prelimiari: "Si trovano le solite modalità delle organizzazioni territoriali dislocate in un determinato contesto urbano dove gli acquirenti si recano con regolarità certi di trovare sempre un venditore. Tutto i sodali sono consapevoli di far parte di un meccanismo che funziona grazie all'apporto di ciascuno e ne beneficiano con una sorta di remunerazione per turno. Si tratta di soggetti - sottolinea il Gip - che hanno fatto del crimine un sistema di vita trovando nella piazza l'unica fonte di reddito potenzialmente arruolabili in altre compagini criminali nel mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti"

L'utlimo blitz dei carabinieri 

L’attività investigativa ha svelato la struttura dell’organizzazione attraverso l’individuazione di contabili, vedette, pusher e delle modalità di trasporto, occultamento e cessione delle sostanze stupefacenti, consentendo di definire i ruoli di ogni sodale che spaziavano dall’approvvigionamento e successiva cessione dello stupefacente, alla gestione del denaro provento dell’attività di spaccio sino alla preparazione del vitto per gli altri sodali.

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