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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Lo spaccio 'drive in' al banco dei fiori del cimitero: 22 indagati. Nei guai un poliziotto e 2 carabinieri

I profitti derivanti dallo spaccio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, potevano addirittura raggiungere punte di 20 mila euro al giorno, considerando i picchi del weekend

Avevano allestito un giro di spaccio in modello 'drive in', quindi restando in auto, al banco dei fiori numero 14 davanti al cimitero Flaminio. Una attività florida che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, poteva addirittura raggiungere punte di 20 mila euro al giorno, considerando i picchi del weekend.

A smantellare il business sono sono stati i carabinieri della Stazione di Prima Porta, della Compagnia di Roma Cassia e i poliziotti del Commissariato Flaminio Nuovo che hanno condotto un'operazione congiunta, per dare esecuzione a un'ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 22 indagati, tra i quali figurano anche un poliziotto e due carabinieri. 

I 22 indagati dell'operazione Cleopatra

Secondo quanto emerso dall'operazione Cleopatra (così denominata perché molti del gruppo sono egiziani) dei 22 indagati, 11 sono stati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 5 sottoposti al divieto di dimora nel comune di Roma con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per l'accusa sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di "associazione finalizzata all'illecito traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, accesso abusivo a sistema informatico o telematico, detenzione e porto illegale in pubblico di armi e di munizionamento, furto aggravato".

Com'era strutturato lo spaccio e il gruppo criminale

L'operazione è nata traendo spunto da altre attività di polizia giudiziaria, è stata avviata nel febbraio 2018 e condotta da Polizia e Carabinieri, sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Roma Direzione Distrettuale Antimafia. Al vertice del gruppo c'era un egiziano. L'organizzazione, secondo quanto emerso, operava in particolare nel settore dello spaccio di cocaina nei pressi dell'ingresso del Cimitero Flaminio, presso il banco dei fiori 14, con punte di 400 spacci giornalieri, utilizzato dagli indagati come una delle basi logistiche per l'attività del gruppo.

Le modalità operative degli spacciatori erano ben collaudate. I "clienti", infatti, per lo più in auto e senza nemmeno scendere dai mezzi, si avvicinavano a persone che si occupavano della vendita dei fiori, pagavano il dovuto e ricevevano la quantità di droga richiesta. I pusher prendevano la droga dai vasi di fiori, dall'aiuola adiacente al banco di vendita o dalla boscaglia adiacente la via Flaminia, in corrispondenza del banco dei fiori.

Negli orari serali e notturni, i consumatori venivano accompagnati presso la stazione ferroviaria Montebello dove, ad attenderli, al di là di una rete metallica e camuffati dalla fitta vegetazione, c'erano altri pusher di turno che consegnavano direttamente lo stupefacente all'acquirente, questa volta costretto a scendere dal proprio mezzo. Per agevolare la vendita della droga venivano addirittura utilizzate due auto, per accompagnare i "clienti" nei pressi dello spacciatore di turno.

Il banco di fiori numero 14

Anche a causa degli interventi di blitz delle forze dell'ordine duranti nel tempo delle indagini, il gruppo - utilizzando sempre il banco dei fiori 14 come base logistica - aveva deciso si spostare l'attività di spaccio su via Flaminia, sul controviale e presso un bar. I profitti derivanti dallo spaccio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, potevano addirittura raggiungere punte di 20 mila euro al giorno, considerando i picchi del weekend.

Nei guai due carabinieri e un poliziotto

Non solo. Come detto l'associazione si avvaleva anche di due carabinieri e un poliziotto che avrebbero fornito informazioni riservate al fine di assicurare la prosecuzione delle attività di vendita e di consentire al gruppo di eludere investigazioni e interventi. I militari, secondo quanto ha reso noto l'Arma, "oggi stesso sono stati sospesi precauzionalmente dal servizio", che aggiunge: "Le indagini, per la parte di competenza, sono state avviate e condotte dai carabinieri in maniera tempestiva e puntuale, destinando, già da tempo,  i due militari coinvolti ad incarichi non operativi".

L'indagine, per essere portata a punto, è stata condotta grazie anche a intercettazioni telefoniche e ambientali, unite ad una intensa attività di pedinamento e osservazione a distanza, pure con l'ausilio di foto-video riprese.

Nel corso dell’indagine, sono stati arrestati 23 soggetti in flagranza di reato; denunciate 23 persone in stato di libertà; segnalati amministrativamente 80 soggetti alla Prefettura per uso personale di sostanza stupefacente e sequestrati complessivamente circa 2 chili di cocaina.

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