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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

L'aggancio giusto nei supermarket della droga: creare un giro di spaccio non è mai stato così facile

Chi ha un po' di soldi da investire può immettersi nel mercato della Capitale. Basta, si fa per dire, battere cassa alle note piazze di spaccio

Un contatto, l'aggancio giusto per reperire la "merce", almeno un paio di mila euro da investire e la piazza perfetta, anche temporanea, per far lievitare i propri guadagni. E se le roccaforti dello spaccio, soprattutto fuori del Grande Raccordo Anulare, sembrano inattaccabili con intrecci criminali che toccano anche i clan di camorra, 'ndrangheta o mafia siciliana, al centro della Capitale c'è spazio per tutti perché, citando Romanzo Criminale, "Roma non vo' padroni".

La mappa dello spaccio a Roma  

Secondo l'ultimo rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, sono almeno trenta le piazze di spaccio "censite" dentro il Gra. Dal centro storico ai vicoli, dai locali della movida fino ai giardini pubblici. Senza dimenticare le compravendite di droghe fuori le palestre o le scuole, dove la clientela è giovanissima, tra i 15 ed i 23 anni

Marijuana, hashish, cocaina, eroina e pasticche è possibile trovarle, tra le altre, a Campo de' Fiori, Centocelle, Ponte Milvio, Trastevere, Eur, Testaccio, Magliana, piazza Bologna, piazza Vittorio, Pigneto, San Giovanni, San Lorenzo, San Paolo-Ostiense, Termini e Garbatella. Solo per citarne alcune. 

I prezzi sono modesti, dai 5 ai 10 euro per un paio di 'canne', ai 50 euro per fare una 'serata da sballo' con gli amici a base di hashish e marijuana. Anche per cocaina, crack e eroina c'è la possibilità di acquistare dosi per tutte le tasche, dai cosiddetti 'ventini' (equivalente di 20 euro per uno 0,2 di sostanza stupefacente), sino a 50 e 80 euro (equivalente di 0,8 o 1 grammo di sostanza stupefacente). Prezzi modici che riguradano anche pasticche e ketamina, acquistabili a prezzi variabili dai 10 ai 30 euro. 

La mappa dei clan a Roma

Le piazze dello spaccio aperte h24 

Ma come arriva la droga in queste zone di Roma? Sono i quartier generali fuori il Grande Raccordo Anulare a rifornire la Capitale, qui i grossisti della droga la fanno da padrone. L'ultimo rapporto "Mafie nel Lazio" parla di una città dove per "mantenere la 'pax criminale' nella suddivisione delle piazze di spaccio si fa ricorso a mediatori, suddivisi per aree geografiche". Si tratta di "ex appartenenti alla banda della Magliana", riconducibili alle "mafie tradizionali come camorra, cosa nostra e 'ndrangheta" oppure uomini con un "contatto con la malavita romana".

Una rete criminale che gestisce un fiume di stupefacenti. Negli ultimi anni dalle informative sono state documentate anche le diverse pratiche dall'utilizzo di telecamere che garantiscono il controllo della piazza di spaccio, fino ai 'turni di lavoro' con veri e propri stipendi capaci di garantire fino a 200 euro al giorno guadagnati per ogni singolo pusher. Sintomo che il mercato è florido.

L'ultima operazione dei carabinieri fatta a Tor Bella Monaca racconta proprio questo con supermarket della droga aperti h24, dove si possono comprare dosi singole o stupefacente al dettaglio. Un modello ormai strutturato e replicato anche in altri quartieri come San Basilio dove immobili Ater vengono occupati e usati come magazzini dello spaccio.

Oppure nel bronx di Torrevecchia, nel bunker Porta Furba dei Casamonica o nel fortino di Ostia Nuova dove, nonostante gli arresti degli Spada, chi vuole avere a che fare con la "merce" sul litorale deve passare da lì, come dimostra il sequestro dello scorso luglio di 130 chili tra hashish e marijuana pronti ad essere messi sul mercato.

Roma è centro nevralgico della criminalità organizzata

Come spacciare a Roma senza padroni 

E se le mappa di Roma è ben definita, il nuovo fenomeno dei pusher (o dei gruppi di pusher) senza padroni, preoccupa. Gli inquirenti monitorano la scena romana e, quotidianamente mettono a segno arresti. Ma come funziona? Il caso dell'omicidio di Luca Sacchi, il 24enne personal trainer ucciso da un colpo di pistola sparato da Valerio Del Grosso, sta raccontando proprio questo. 

Una storia ancora da scrivere, da accertare, ma la prima bozza del quadro racconta un disegno su cui l'elemento denaro (da quantificare con certezza) farà pendere la bilancia da una parte o dall'altra: se venisse dimostrato che nello zaino della ragazza di Sacchi ci sarebbero stati 20mila euro, invece dei 2mila ipotizzati, vorrebbe dire che il giro di spaccio dei ragazzi di Colli Albani avrebbe caratterische diverse. Quelle di un business illecito organizzato.   

Secondo fonti investigative con il contatto giusto si può acquistare e rivendere qualunque sostanza. Quasi un sistema piramidale: c'è il gestore del supermarket della droga (quello fuori dal Raccordo) che fornisce lo stupefacente di ogni tipo, i fattorini che fanno da intermediari e consegnano la "merce" ai nuovi pusher senza padroni, l'ultima catena, che fanno così il loro business fuori dalle scuole, le palestre o i locali della movida.

Un sistema fluido nell'ultimo tassello dove, paradossalmente, può entrare chiunque. Anche gli insospettabili, ma che comunque deve seguire e sottostare alle regole del mercato dettate dai grossisti delle piazze storiche. 

Le forze dell'ordine, monitorano costantemente il fenomeno, come annunciato anche dal Questore Carmine Esposito che ha promesso una stretta sui controlli, soprattutto nelle "zone a rischio". Ma non finisce qui.

"Il buco di Tor Bella Monaca è famoso in tutta Roma"

L'erba fai da te

C'è infatti anche chi decide di fare tutto in casa, con l'erba fai da te. Qui la spesa iniziale è accessibile: un centinaio di euro per acquistare semi di marijuana, una serra idroponica e una guida specializzata. Un investimento ad elevato rischio però. 

Un esempio è l'operazione del 24 settembre, quando i finanzieri hanno scoperto che un operaio ferroviario di 26 anni che, nel suo appartamento a Villa Spada, coltivava marijuana per rivendere. Un guadagno extra come quello messo in piedi da due studenti di 17 anni che, in mezzo a un bosco a Mostacciano, avevano dato vita ad una una piantagione di 'maria'. 

Nelle loro camere, gli agenti trovarono elementi che confermavano un'attività di spaccio, con tanto di appuntamenti e prezzi, fuori le suole del quartiere. E che gli istituti siano mercati redditizi lo aveva raccontato anche una inchiesta del 2016 nel liceo Virgilio dove il cortile della scuola, durante la ricreazione, si trasformava in una piazza di spaccio gestita dagli stessi alunni.  

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