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Cronaca Cerveteri

Cerveteri, stop alla centrale a biogas: il Tar sospende i lavori

Stop ai lavori a Pian della Carlotta fino al 26 settembre, giorno in cui si riunirà il Consiglio del Tar per decidere le sorti della centrale a biogas che nessuno vuole

Sospesi fino al 26 settembre i lavori a Pian della Carlotta per la realizzazione della centrale a biogas a cui anche la Provincia di Roma aveva detto sì. A deciderlo è stato il presidente del Tar a cui si sono rivolti i cittadini di Cerveteri, sostenuti dal Comitato TerraNostra, presentando un ricorso. Il presidente del Tribunale ha infatti con un decreto monocratico sospeso tutti i lavori per la costruzione della centrale fino al 26, giorno in cui si riunirà il Consiglio del Tar per decidere le sorti del territorio cerite.

"Si tratta di una vittoria - ha commentato il responsabile del Comitato TerraNostra Francesco Di Giancamillo - con la sospensione dei lavori infatti si riapre la partita e si allungano i tempi per poter proseguire anche legalmente la nostra battaglia. Auspichiamo che anche il 26 settembre il consiglio del Tar decida di non far procedere i lavori della centrale, ordinando una nuova sospensione dei lavori". E Di Giancamillo ricorda come il ricorso presentato dai cittadini sia l'unico esistente. Intanto domani in serata si dovrebbe conoscere la data in cui Provincia, Comune, Comitato, Legambiente siederanno allo stesso tavolo per affrontare la spinosa questione della centrale a biogas.

IL PROGETTO - Un impianto di produzione di energia elettrica di potenza pari a 1 megawatt a cui la Provincia di Roma ha detto sì già nel 2011 affidandone i lavori di realizzazione alla Società Cofir srl. È questo il mostro con cui Cerveteri e zone limitrofe si stanno trovando a lottare da mesi.  I motivi del muro eretto da cittadini e istituzioni?

"La possibile conversione di terreni, oggi a vocazione agricola, in terreni per la produzione di biomassa per la centrale" provocherebbe la "perdita di produzione agricola, biodiversità e fertilità dei terreni stessi per decine di anni". E ancora: "I vincoli archeologici esistenti in zona, e la vocazione turistica che risulterebbe gravemente compromessa dalla presenza di una centrale. La presenza di numerose falde acquifere, i possibili cattivi odori emessi e le possibili conseguenze sugli allevamenti animali (come emerso in altri documenti)". Sono queste in sintesi le ragioni del "no" unanime alla centrale che emergono dalle parole del nuovo sindaco della città cervetrana, Alessio Pascucci, che, con l'ausilio di comitati e cittadini, sta sostenendo a gran voce la contrarietà al progetto.

"Né la Asl né l'Arpa furono coinvolte nelle procedure - spiega il primo cittadino - a questo si aggiunge il fatto che anche la Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici del Lazio ha sollevato diverse eccezioni come l'esistenza di vincoli ZPS, PAI, idrogeologici e paesaggistici".Per questo il Tar avrebbe bloccato tutto, almeno per il momento.

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