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Cronaca Prenestino / Via Mario Ugo Guattari

Bruciate nel camper: caccia a chi ha tirato la molotov, campi rom passati al setaccio

Escluso al momento il movente razziale gli investigatori hanno controllato le baraccopoli di via Salviati e de La Barbuta dove la famiglia Halilovic aveva vissuto. Sui social frasi razziste e xenofobe ma la città si mostra ancora solidale

Nessun movente razziale, bensì la pista delle faide interne ad alcune famiglie rom residenti nelle baraccopoli di via Salviati e de La Barbuta. Questa la pista seguita dagli agenti della Squadra Mobile che dalla notte del 10 maggio hanno avviato le indagini per fare luce sulla tragedia che ha portato all'atroce morte di tre sorelle di 20, 8 e 4 anni, arse vive nel camper nel quale dimoravano con la famiglia che si trovava in sosta sopra il parcheggio del centro commerciale Primavera, a Villa De Sanctis. Proprio per tale motivo gli investigatori hanno passato al setaccio nella giornata di ieri e nel corso della notte appena trascorsa i campi di Tor Sapienza e Ciampino

CACCIA ALL'UOMO DEL VIDEO - Un atto doloso, come riscontrato dai rilievi effettuati dagli investigatori che hanno trovato accanto al caravan andato carbonizzato in via Mario Ugo Guattari i resti di una bottiglietta infranta con del liquido infiammabile. Al centro dell'attenzione di chi cerca di fare luce sulla morte di Elisabeth, Francesca ed Angelica Halilovic, un video acquisito dalla Procura di Roma nel quale si vede una persona che lancia un oggetto contro il camper e poi le fiamme che divampano. Proprio per tale motivo il Pubblico Ministero Antonino Di Maio, titolare dell'inchiesta, ha aperto un fascicolo d'indagine nel quale si procede con i reati di omicidio volontario a carico di ignoti e rogo doloso. 

LA FAMIGLIA HALILOVIC - A dar manforte alla tesi della pista della 'guerra' interna alla comunità rom alcune testimonianze acquisite dagli investigatori. Anzitutto quella del capo famiglia, Romolo Halilovic che ha riferito di aver subito delle minacce. Il nucleo familiare vittima della tragedia di Centocelle, 13 le persone tra genitori, figli e nipoti che vivevano nel camper preso di mira dall'attentato incendiario, viveva da qualche tempo nell'area della periferia sud est della Capitale cambiando di posto saltuariamente. Gli Halilovic dimoravano, prima del loro cominciare a girovagare, nella baraccopoli di via Salviati e poi a La Barbuta, aree dalle quali si sono allontanati per problemi con altre famiglie su cui stanno cercando di fare luci gli agenti della Mobile. 

Tragedia camper Villa De Sanctis

INCENDIO IN VIA BALZANI - Minacce che in passato si erano manifestate in un altro incendio, sempre nell'area di Villa De Sanctis. La notte del 5 maggio infatti, come riferito da altri testimoni agli agenti della Squadra Mobile, un altro camper era stato bruciato in via Romolo Balzani. Un incendio senza feriti con il caravan vuoto al momento del rogo. Due episodi che potrebbero essere collegati tra loro (incendio via Guattari e via Balzani). 

"SIAMO TUTTI COINVOLTI" - Una morte brutale quella delle tre sorelle Halilovic, con centinaia di cittadini che nel pomeriggio di ieri si sono dati appuntamenti sul luogo della tragedia per manifestare vicinanza alla famiglia delle vittime. "Sono morti del quartiere, siamo tutti coinvolti", era scritto sull'eloquente striscione affisso in via Guattari, con realtà associative, politici e semplici cittadini che alle 18:00 hanno commemorato Elisabeth, Francesca ed Angelica con un minuto di silenzio ed un presidio per ribadire che anche "Centocelle è antirazzista". 

RAZZISMO SUI SOCIAL - Tolleranza e solidarietà che non sono state tali sui social network, con i cosiddetti 'haters' che dopo la diffusione della notizia della tragica morte di tre giovani di soli 20, 8 e 4 anni hanno dato sfogo al più becero repertorio di razzismo ed intolleranza. "Tre di meno", è stato uno tra i post più diffusi sul web, ma anche l'oramai immancabile "ruspa", riprendendo uno degli slogan più in voga di Matteo Salvini, ed ancora "Stasera si festeggia", "tre ladre in meno", "campi a fuoco", i commenti meno pesanti. Intolleranza ed odio verso i rom che la città ha respinto al mittente, con centinaia di migliaia di romani scossi e sotto choc per una tragedia nella quale sono morte carbonizzate tre povere sorelle e che, sempre sui social, hanno espresso lo spirito più nobile dell'essere umano di fronte alla tragedia di via Guattari. 

IL PAPA ED IL QUIRINALE - A manifestare vicinanza alla famiglia Halilovic, oltre alla sindaca Virginia Raggi tra le prime ad essere accorse nella mattinata di ieri in via Guattari, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sull'account twitter del Quirinale condanna l'atto: "crimine orrendo. Quando si arriva a uccidere i bambini si è veramente al di sotto del genere umano". Vicinanza alle vittime anche da Papa Francesco, con il Santo Padre che "ha voluto far giungere il suo conforto alla famiglia Halilovic, che ieri notte ha perso tre figlie nel incendio della loro roulotte nella periferia de Roma”, "Oggi pomeriggio - scriveva ieri la Santa Sede in una nota stampa - l’Elemosiniere Mons. Krajewski si è recato in visita per portare un saluto e un aiuto concreto ai genitori e agli otto fratelli". 

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