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Cronaca

Tassista violentata, Simone Borgese conferma lo stupro e resta in carcere

L'interrogatorio davanti al Gip Flavia Costantini. Il suo avvocato: "Sul ricorso al riesame e la richiesta del rito abbreviato ora è presto ma valuteremo tutte le possibili strade"

Simone Borgese resta in carcere. Il 30enne reo confesso dello stupro una tassista 43enne a Piana del Sole ha confermato la confessione resa domenica sera anche nel corso dell'interrogatorio di garanzia che si è tenuto oggi, a 72 ore dal fermo, davanti al Gip Costantini. Una manciata di minuti per ribadire la propria colpevolezza. A confermarlo l'avvocato difensore di Borgese, Vincenzo Daniele Mistretta: "Il mio assistito ha ribadito la confessione. Sul ricorso al riesame e la richiesta del rito abbreviato ora è presto ma valuteremo tutte le possibili strade".

L'avvocato Mistretta ha raccontato di aver trovato il suo assistito "provato e in lacrime".

Borgese è accusato  di violenza sessuale, lesioni e rapina. La sua confessione è stata il suggello finale a indagini lampo che hanno portato a suo carico una serie di prove schiaccianti. Su tutte il riconoscimento fotografico effettuato dalla tassista che ha indicato in lui il responsabile della violenza subita.

Al 30enne di Piana del Sole si è giunti grazie ad un altro tassista al quale l'accusato non aveva, alcuni giorni prima, pagato la corsa lasciando come cauzione il proprio numero di telefono. Portato in Questura Borgese ha ammesso le proprie resposanbilità, raccontando la propria violenza come un "raptus".

Il 30enne ha riferito di aver costretto la donna ad andare nella stradina isolata dove è avvenuta la violenza. Qui, dopo essere passato sul sedile davanti, l'ha costretta, puntando un coltello alla gola, al rapporto orale.  

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