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Cronaca Marconi / Via Baccio Baldini

Trovata morta nel suo appartamento, il compagno l'ha picchiata e poi ha chiamato il 118

I rilievi medico-legali hanno stabilito che alcune delle lesioni sul corpo della donna erano state procurate poco prima dell'arrivo dei sanitari

È stata picchiata dal suo compagno, anche poco prima dell'arrivo dei medici 118 che l'hanno trovata già morta nel suo appartamento. Simona Michelangeli, la 41enne trovata senza vita lo scorso martedì 18 gennaio nella sua abitazione di via Baccio Baldini, sarebbe vittima quindi di una serie di violenze da parte dell'uomo che viveva con lei. Il compagno, 40anni, già sottoposto a fermo per maltrattamenti è stato arrestato e il gip ne ha confermato la misura restrittiva in carcere. 

Alla luce dei riscontri medici, l'uomo rischia anche una accusa per omicidio. A suo carico sono emersi "gravi indizi per violenze fisiche e psicologiche agite e reiterate per mesi nei confronti della compagna, attraverso vessazioni, percosse e isolamento sociale", spiega la questura. I rilievi medico legali hanno quindi stabilito che alcune delle lesioni sul corpo della donna erano state inflitte anche poco prima dell’arrivo dei sanitari. In sostanza, il 40enne avrebbe picchiato Simona Michelangeli per poi chiamare il numero unico per le emergenze. 

La telefonata ai soccorritori è arrivata intorno alle 14. L'uomo, secondo quanto ricostruito, chiedeva aiuto per la sua compagna "in crisi respiratoria". Il personale medico intervenuto nell'appartamento sul lato del quartiere Marconi, nella zona del ponte dell'Industria, arrivato, però ne costatava il decesso. Una morte subito sospetta perché, sul corpo della donna, erano presenti diversi lividi. Segni che hanno costretto i medici a chiamare subito la polizia.

Dai primi riscontri, come spiegano gli investigatori, "appariva evidente la necessità di approfondimenti immediati", così nell'appartamento sono intervenuti gli uomini della IV sezione della squadra mobile, specializzati nel contrasto ai reati di violenza di genere, gli operatori dell'XI distretto di San Paolo e della polizia scientifica. Con loro anche il magistrato di turno che ha conseguentemente disposto l'invio, su quella che appariva da subito come una scena del crimine, dei medici legali.

Dopo la prima analisi medica sul corpo di Simona Michelangeli effettuata dai consulenti e in relazione alle informazioni acquisite dalla polizia giudiziaria sul contesto relazionale della vittima, l'uomo è stato messo prima in stato di fermo e poi in arresto dai poliziotti, in flagranza, per il delitto di "maltrattamenti contro familiari e conviventi". A suo carico sono infatti emersi "gravi indizi di reato".

La sua posizione, nelle ultime ore, si è aggravata anche con le conferma delle analisi mediche che hanno stabilito come alcune delle lesioni sul corpo di Simona Michelangeli fossero state inflitte anche poco prima della sua morte. Ora, sono attesi altri esami per determinare se quell'aggressione abbia causato le ferite fatali che hanno poi causato la morte della 41enne. Ecco perché il suo compagno rischia anche una accusa di omicidio adesso.

"Il mio pensiero va a quella donna, morta senza aver potuto chiedere aiuto. - ha commentato in un comunicato l'assessora alle Pari Opportunità Monica Lucarelli. - Il 90% delle violenze si sviluppano tra le mura domestiche e per questo dobbiamo concentrare i nostri sforzi per alzare il livello di guardia e sensibilizzare le donne per farsi aiutare. Il nostro impegno è quello di collaborare con la questura e le procure per supportare al massimo tutte le azioni di contrasto alla violenza di genere. Ringrazio i poliziotti e la procura per aver risolto un caso che poteva passare impunito". 

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