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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Trentacinquemila sim intestate a defunti e clochard: 12 denunciati

La Finanza di Fiumicino ha sequestrato beni, titoli e rapporti bancari per circa 400 mila euro ad un'azienda romana: l'indagine nata da una tentata rapina a una gioielleria

Trentacinquemila sim intestate a defunti, stranieri e clochard. Beni, titoli e rapporti bancari per circa 400 mila euro sequestrati ad un'azienda romana e 12 denunce. Sono i numeri di una indagine della Guardia di Finanza che ha scoperto l'imbroglio. Le investigazioni hanno preso il via nel marzo del 2015, a seguito di un tentativo di rapina sventato dalle Fiamme Gialle dell’aeroporto di Fiumicino presso una gioielleria del centro commerciale Cinecittà 2.

I malviventi, tutti caratterizzati da elevato spessore criminale, secondo le indagini "reperivano fondi necessari per la loro principale attività di narcotrafficanti grazie alla refurtiva oggetto delle numerose rapine messe a segno in vari negozi di preziosi e utilizzavano schede telefoniche intestate ad altri soggetti al fine di criptare le comunicazioni intercettate".

Dopo due anni di approfonditi accertamenti, i finanzieri del Gruppo di Fiumicino sono riusciti a delineare il disegno criminoso dell’associazione a delinquere, scoprendo che la totalità delle schede utilizzate per commettere reati gravissimi era stata attivata in punti vendita riconducibili tutti al medesimo master dealer.

Delle oltre 35mila schede telefoniche illecitamente attivate, circa 12mila sono risultate intestate a 3mila cittadini stranieri, tutti residenti presso il medesimo indirizzo, sede di una comunità religiosa, totalmente estranea ai fatti, notoriamente dedita all’assistenza di numerose persone senza fissa dimora.

Altre schede sequestrate sono risultate invece intestate a persone decedute o inesistenti, mentre un grandissimo numero è stato attivato utilizzando indebitamente i dati personali degli ignari cittadini, clienti del dealer.

Il tutto, ovviamente, in spregio delle attuali disposizioni previste in materia di privacy e protezione dei dati personali. Secondo la -Finanza "la società coinvolta, oltre a fornire ai malviventi numeri telefonici sempre diversi e quindi, seppur intercettabili, difficilmente riconducibili ai reali utilizzatori, si è servita altresì delle schede illegalmente inserite al fine di ottenere illecitamente oltre 400mila euro di bonus da uno dei principali operatori telefonici, previsti per il gestore del dealer al raggiungimento di determinate soglie di attivazioni di schede sim".

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