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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Da Termini a Monteverde, così vendevano metanfetamina nei mercati e nelle sale scommesse

Lo stupefacente veniva solitamente fatto giungere dal nord Italia e dalla città di Prato occultato all'interno di piccoli e insospettabili vani ricavati all'interno di auto condotte da persone insospettabili

Da Monteverde alla Gianicolense, passando per Termini e tutto il rione dell'Esquilino. Sono questi i quartieri dove, nei mercati rionali e nei centri scommessi, si può acquistare shaboo, la cosiddetta metanfetamina che permette di restare svegli anche per 2/3 giorni. I suoi effetti devastanti incidono prevalentemente sul sistema nervoso centrale che viene stimolato oltremodo causando danni rilevanti ed irreversibili.

In diversi rapporti sanitari è dichiarato un effetto stimolante di almeno "otto-dieci volte maggiore della cocaina" che annienta fame e senso di fatica, causando dipendenza immediata. Basta considerare che la dose singola media di shaboo è pari a 0,1 grammo ed il costo per l’assuntore finale è pari a circa 50 euro per dose.

A risalire al giro di spaccio sono stati i carabinieri della Compagnia Centro, a conclusione di un'attività d'indagine denominata Crystal, durata circa 4 mesi, diretta dalla Procura della Repubblica di Roma, Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza che dispone l'applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di 8 persone di nazionalità filippina e nigeriana, per i reati di spaccio e detenzione di sostanza stupefacente.

L'operazione, scattata alle prime ore di questa stamattina, ha impegnato i Carabinieri della provincia di Roma, dove sono stati localizzati gli 8 indagati destinatari di misura cautelare.

Le attività investigative sono scaturite a seguito dell’arresto di un filippino nel centralissimo quartiere Trieste nel mese di gennaio 2018, durante il quale fu rinvenuto e sequestrato un considerevole quantitativo dello stupefacente. In tale circostanza venivano acquisite ulteriori elementi tali da poter ipotizzare l’esistenza di un gruppo criminale dedito ad una proficua attività di spaccio sulla Capitale di shaboo, di non facile reperibilità, ma sempre più richiesto nelle piazze di spaccio.

Le indagini hanno permesso di identificare i ruoli dei diversi indagati, individuare le zone di spaccio, la modalità di introduzione dello stupefacente nella Capitale, i luoghi dove lo stesso è stato stoccato e dove veniva confezionato per la vendita al dettaglio, ed infine le modalità di cessione, consentendo di sequestrare un totale di  oltre 140 grammi di shaboo, equivalenti a oltre 1.400 dosi, nonché di arrestare 26 soggetti nella flagranza dello spaccio.

Gli indagati intrattenevano tra loro consolidati rapporti di collaborazione criminale, scambiandosi i ruoli, agevolandosi tra di loro nell'attività di spaccio, fornendosi copertura a vicenda e condividendo un collaudato sistema di approvvigionamento di stupefacente.

Lo stupefacente veniva solitamente fatto giungere dal nord Italia e dalla città di Prato nascosto all'interno di piccoli e insospettabili vani ricavati all’interno di autovetture condotte da persone insospettabili. Una volta giunti a Roma, i rari e richiestissimi cristalli di shaboo venivano rapidamente spacciati nelle varie piazze tramite un'intricata rete di pusher che sfruttavano, come luogo dìincontro con gli acquirenti, sale da gioco e mercati rionali.

Tre i destinatari dell’ordinanza in carcere, associati alle case circondariali di Roma e Viterbo, altri 2 sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari e tre all’obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria, tutti in attesa dell’interrogatorio.

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