Nuovo sgombero a Tor Di Quinto: scultore sale sul tetto e minaccia di darsi fuoco
Momenti di tensione per il rifiuto di quest'ultimo di abbandonare la struttura. L'uomo è salito sul tetto e per molti minuti ha minacciato di darsi fuoco. Dopo una lunga trattativa ha desistito
Tensione a Tor Di Quinto. Dopo le ruspe in 2 insediamenti abusivi e i sigilli apposti ad un'associazione per disabili, questa mattina, su disposizione del Dipartimento Sport e dall’assessorato a Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazione, gli agenti del gruppo sicurezza Pubblica emergenziale, stanno eseguendo lo sgombero di un manufatto occupato abusivamente da uno scultore ed utilizzato, da oltre vent'anni, come abitazione.
Momenti di tensione per il rifiuto di quest'ultimo di abbandonare la struttura. Tante le statue custodite all'interno che non avrebbero, a detta dell'uomo, una collocazione alternativa. L'uomo sta protestando su un albero, minacciando di darsi fuoco. Sul posto anche i vigili del fuoco che, insieme con gli uomini diretti dal comandante Antonio Di Maggio, hanno aperto una trattativa per farlo desistere dal gesto. Un funzionario della polizia locale, sollevato da una ruspa, è stato portato sul tetto, per poi scendere dietro l'aumentata minaccia. A convincere l'uomo a desistere dal gesto la promessa di trovare una collocazione alternativa alle sue statue trasportate con un furgone in un deposito sulla Tiburtina.
L'area è quella dell'ex Ciak Village, famosa alle cronache per l'omicidio di Ciro Esposito. Qui infatti risiedeva Daniele De Santis, l'uomo accusato di aver esploso, nel giardino della struttura, i colpi di pistola poi risultati fatale per il tifoso partenopeo.