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Cronaca

Campidoglio come l'Insse: gli sgomberati del Regina Elena pronti alla lotta

I movimenti per la casa protestano dopo lo sgombero del Regina Elena. Prima un sit in in Campidoglio, poi l'arrampicata sui musei Capitolini dove hanno trascorso la notte in sette

sit_in_sgomberati_regina_elenaHanno esposto uno striscione con la scritta: “Come all'Innse, sino alla vittoria”. Così, un gruppo di sette persone di attivisti di movimenti per la lotta per la casa a Roma è salito sul tetto dei Musei Capitolini, in piazza del Campidoglio, attraverso un'impalcatura, per protestare contro lo sgombero dell'ospedale Regina Elena avvenuto ieri.

I sette hanno trascorso lì sul tetto tutta la notte ed hanno intenzione di continuare almeno sino a stasera. Sotto i vigili del fuoco hanno montato dei materassi come sicurezza.

L'”arrampicata” è giunta dopo una giornata di proteste, ultima delle quali il presidio in Campidoglio. “No alle deportazioni: 10 – 100 – 1.000 occupazioni” è questo lo slogan scandito dal coordinamento cittadino lotta per la casa

Per protestare contro quanto accaduto, gli sfollati si sono ritrovati a partire dalle ore 16 in Campidoglio dove hanno dato vita ad un sit in contro l’attuale amministrazione capitolina, colpevole di non essere stata in grado di dare risposte concrete al problema dell’emergenza abitativa che affligge la capitale.

Anche la sistemazione trovata alle quasi 300 famiglie sgomberate, secondo Mario Fontana, membro del comitato obiettivo casa, non sarebbe adeguata. “Gli alloggi a loro destinati non sono dei residence, ma dei centri di accoglienza per immigrati”, dichiara Mario Fontana.

Sono quattro i luoghi prescelti per ospitare gli ex inquilini del Regina Elena: la Casa della Pace e l’Orsa nell’VIII municipio, un edificio in via Fieschi nel quartiere Monteverde e uno stabile in via Malvagna nell’VIII municipio. L’edificio in via Fieschi, a detta del comitato obiettivo casa, è quello che giace nelle condizioni peggiori.

Spiega Mario Fontana: “Si tratta di un’ex scuola adibita ad ostello dove sono previste camerate di uomini e camerate di donne”. I nuclei familiari che vivranno lì verranno, dunque, smembrati. Gli altri alloggi non sono da meno. “La struttura di via Malvagna – continua il rappresentante del comitato - è molto bella esternamente, ma all’interno è composta da stanze di 20 metri quadrati dove nuclei familiari diversi vivranno insieme”.

“Era già difficile convivere all’interno dell’ex ospedale Regina Elena, dove ogni famiglia aveva una sua stanza ma adesso sarà ancora più dura”, commenta un manifestante.

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