rotate-mobile
Cronaca

In attesa di una casa popolare e sotto sfratto: "Non ci resta che il dormitorio"

La denuncia di Unione Inquilini: "Sono stati cacciati da casa nonostante fossero tra i primi 1500 nella graduatoria per una casa popolare e fossero rientrati nel bando per la morosità incolpevole"

Prima la malattia, poi la perdita del lavoro. Il reddito familiare non è più sufficiente, smetti di pagare l'affitto, arriva lo sfratto. Cerchi altre soluzioni per andartene ma non le trovi e nessuno ti mette di fronte ad un'alternativa. I giorni passano. "E' così che succede: un giorno ti ritrovi il fabbro fuori dalla porta di casa e tu resti senza niente".

La voce di Maria (nome di fantasia "per proteggere mia figlia minorenne") trema mentre racconta la cronaca delle ultime ore. Ha passato la notte in un dormitorio individuato dalla sala operativa sociale del Comune di Roma con la figlia adolescente e i pensieri si confondono in un misto di disperazione e incredulità. "Almeno per qualche notte ci hanno dato un tetto ma non possiamo stare nella stessa struttura di mio marito, che ha gravi problemi di salute dal momento che da un anno attende un trapianto di reni. Ci hanno separato". 

La preoccupazione è incommensurabile. Ma un aspetto più di tutto non le dà pace: "Mia figlia minorenne era in casa mentre il fabbro, aiutato dalla forza pubblica, ha sostituito la serratura e noi siamo rimasti fuori, senza più niente. E' ingiusto". Maria viveva in questa casa in affitto "da tantissimi anni" insieme alla figlia e al marito. 850 euro al mese a fronte della busta paga da collaboratrice domestica di 600 euro. "Impossibile farcela".

Il sindacato Unione Inquilini, che ha seguito la loro storia, ha spiegato in una nota che Maria e la sua famiglia sono "tra i primi 1500 nella graduatoria" per l'assegnazione di una casa popolare e "quindi in possesso dei requisiti". Non solo. Avevano "fatto richiesta del sostegno per l’affitto municipale" continua il sindacato, ed erano "rientrati nel bando per la morosità incolpevole". Impossibile trovare un'altra casa in affitto. "Ho provato a cercare un'altra sistemazione ma nessuno si è fidato" ha raccontato la donna. "Non ho abbastanza garanzie da offrire. Non voglio stare in una casa senza pagarla però qualcuno ti deve mettere nelle condizioni di trovare una soluzione in un modo civile". 

Conclude il sindacato: "Storie comuni nella città di Roma dove nel 2016 ogni giorno sono finite gettate in strada dalla forza pubblica 15 famiglie al giorno. Manca un sistema di concertazione tra i vari istituti, una rete di sicurezza, che possa garantire il passaggio di casa in casa ai cittadini che versano in difficoltà. Le strutture del patrimonio pubblico rimangono sfitte e non vengono utilizzate. Misure di prevenzione che devono essere garantite e che speriamo presto di ritrovare nelle linee guida annunciate dall’assessore Andea Mazzillo".   

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

In attesa di una casa popolare e sotto sfratto: "Non ci resta che il dormitorio"

RomaToday è in caricamento