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Cronaca Torre Angela / Via Rosaspina Francesco

Torre Angela, sfrattati Melissa e il figlio di 9 anni: "Aveva perso il lavoro"

E' accaduto questa mattina in via Rosaspina 90. Per effettuare lo sgombero è stato necessario l'impiego della forza pubblica. Intanto a Pietralata, per Giuseppe sfratto rimandato al 16 marzo

Ennesimo sfratto questa mattina nella Capitale. Una donna con il suo figlio di 9 anni è stata allontanata dalla sua abitazione in via Rosaspina 90 a Torre Angela. Per eseguire lo sgombero è stata utilizzata la forza pubblica. Due i blindati giunti sul posto. Melissa, questo il nome della sfrattata, dopo aver perso il lavoro aveva richiesto al Municipio l'accesso ai fondi per la morosità incolpevole ma ancora non aveva ottenuto risposta. Inutile il tentativo della donna di resistere dentro casa nonostante l'impiego della forza pubblica. Con lei, in casa, anche una decina di amici mentre fuori una trentina di attivisti del movimento per il diritto all'abitare Bpm, in presidio dall'alba, ha provato a impedire lo sfratto. Per il momento dall'amministrazione comunale non è stata proposta ancora nessuna soluzione. Secondo quanto raccontano i presenti, non era la prima volta che l'ufficiale giudiziario si presentava a casa di Melissa con il sostegno della forza pubblica.

LA PROTESTA - Nel pomeriggio Melissa, supportata dai movimenti per il diritto all'abitare si è recata presso la sede dell'assessorato alle Politiche Abitative e Sociali del Comune. “Qual'è la soluzione dopo l'uso della forza?” si chiedono i movimenti che si sono dati appuntamento fuori dall'assessorato per un'assemblea pubblica contro gli sfratti. “Lo sfratto di Melissa apre le danze a un mese di marzo che si prevede ad alta intensità, dopo la tregua che avrebbe dovuto consentire al Comune di stilare la graduatoria delle domande per morosità incolpevole. Una graduatoria andata praticamente deserta nonostante gli oltre 7mila potenziali “beneficiari”, che svela l'assoluta insipienza del sindaco e del suo assessore nell'affrontare, al di là dei proclami, il tema dell'emergenza abitativa” continua la nota. “Ci si continua a trastullare con il bonus affitto per l'uscita dai residence, a minacciare le persone in assistenza alloggiativa e a baloccarsi con la graduatoria per l'accesso all'Erp che ha già più di 25mila richiedenti, mentre la questura di Roma scende in campo con decisione a fianco dei proprietari di case che reclamano l'esecuzione degli sfratti” continuano i movimenti che chiedono un cambio di passo da parte dell'amministrazione capitolina e una sospensione degli sfratti.

SECONDO SFRATTO - Sfratto rinviato invece, seppur di pochi giorni, per Giuseppe che questa mattina ha visto l'arrivo dell'ufficiale giudiziario insieme alla forza pubblica di fronte al suo appartamento di via Malladra a Pietralata. “L'uomo ha già ricevuto diversi accessi e il prossimo sfratto è stato rinviato al 16 marzo” ha spiegato Michelangelo Giglio di Asia Usb. Anche Giuseppe come Melissa “ha perso il lavoro e non riesce più a pagare i 750 euro richiesti. Ricordo che si tratta di un appartamento prima destinato al portiere di proprietà del condominio”. In famiglia sono in cinque: “Ha tre figli piccoli di 5, 3 e 2 anni”. Denuncia il sindacalista: “L'uomo ha già avanzato richiesta per il contributo all'affitto e per l'assistenza alloggiativa: l'amministrazione comunale è al corrente della sua situazione”.

LA POLEMICA - “Non vogliamo più assistere alla triste scena di famiglie in strada con in loro bagagli per l’assenza di una soluzione alloggiativa a seguito dell’esecuzione di uno sfratto” dichiara in una nota Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio. “Torniamo a chiedere il blocco immediato degli sfratti e maggiori risorse per l’edilizia residenziale pubblica.  L’emergenza casa deve essere considerata tra le priorità da inserire nel Bilancio 2015”.

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