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Cronaca

Bruciate vive a Centocelle, il 20enne fermato: "Quella notte non ero lì"

Assistito dal legale Gianluca Nicolini, il giovane ha ribadito durante l'atto istruttorio che la notte in cui è andato a fuoco il mezzo della famiglia Halilovic, lui non si trovava nella zona

"Quella notte non ero lì, ero lontano insieme alla mia famiglia". Sono le parole di Serif Seferovic pronunciate nel corso dell'udienza di convalida del fermo nel carcere di Torino. Il 20enne è sospettato di essere l'autore dell'incendio del camper in cui il 5 maggio scorso morirono tre sorelline di etnia rom.

Assistito dal legale Gianluca Nicolini, il giovane ha ribadito durante l'atto istruttorio che la notte in cui è andato a fuoco il mezzo della famiglia Halilovic, lui non si trovava nella zona del rogo, a Centocelle, ma in una area di sosta a Prati Fiscali con il resto della sua famiglia. 

La difesa del giovane ha chiesto, quindi, di acquisire le immagini a circuito chiuso della zona affermando, inoltre, che in quelle ore alcuni agenti delle forze dell'ordine erano intervenute per controllare proprio la zona dove si trovava la famiglia del fermato. Il gip di Torino si è riservato di decidere in merito alla convalida del fermo. Il giudice Alessandra Danieli deciderà nelle prossime ore se convalidare l'arresto.
   
LE INDAGINI - Secondo gli investigatori, quanto accaduto sarebbe da ricondursi a problematiche esistenti tra il nucleo famigliare Halilovic ed uno dei Seferovic, all'interno del campo nomadi di Via Salviati dove la famiglia colpita aveva abitato. E in più Seferovic, come gli inquirenti stessi hanno reso noto, era stato arrestato dalla polizia per il furto della borsa della studentessa cinese Zhang Yao, morta poco dopo essere stata investita da un treno mentre inseguiva i suoi scippatori il 5 dicembre 2016. 

Lo scorso 28 febbraio, Seferovic aveva patteggiato una pena pari a due anni di reclusione per quel reato. Poi aveva ottenuto la libertà perché incensurato. 

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