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Cronaca

Roma come Suburra: un quintale di coca rubato, sequestri di persona e una morte sospetta

In carcere, oltre il carabiniere, anche altre quattro persone fermate dopo un rapimento lampo. Una storia di droga, soldi e sequestri di persona come quelle di Francesco Vitale alla Magliana e Danilo Valeri a Ponte Milvio

Un maxi furto di oltre cento chilogrammi di cocaina, cinque persone arrestate, tra cui anche un carabiniere, e la conseguente reazione della "vittima" al grosso ammanco che per vendetta ha organizzato una serie di sequestri di persona e aggressioni. Le indagini sono ancora in corso eppure un primo risultato già c'è.

È la storia criminale andata in scena a Roma negli ultimi mesi, iniziata lo scorso novembre, e che coinvolge diversi quartieri della Capitale tutti collegati dal filo rosso della droga. Una vicenda che contiene anche pestaggi selvaggi, minacce e una morte sospetta sulla quale i carabinieri e la procura vogliono vederci chiaro.

Una trama che sembra tratta da Suburra, con la differenza che non si tratta di finzione, ma di realtà. I militari dell'Arma - supportati dalla polizia di Stato - hanno ricostruito insieme alla procura gran parte del "copione" che però potrebbe avere un seguito o - per restare in ambito cinematografico - un prequel. Le indagini infatti proseguono e promettono di rivelare intrecci criminali interessanti.

Le persone coinvolte

Partiamo da quanto RomaToday è riuscita a ricostruire. Il primo tassello del puzzle è quello che riguarda il ruolo di un uomo Gualtiero Giombini, che aveva il compito di nascondere un quintale di droga. È stato trovato morto in strada settimane fa in zona Boccea per circostanze ancora misteriose. Altro nome finito nel fascicolo di chi indaga è quello di un pezzo grosso della criminalità romana, Elias Mancinelli, già nei guai nel 2018 nell'ambito di un'inchiesta di droga che aveva sgominato un'organizzazione rivale al clan Spada.

Il quintale di droga sarebbe stato il suo. Chi lo ha materialmente rubato da casa di Giombini, invece, sarebbe stato Cristian Isopo con il supporto di due donne sinti Autilia Romano e Autilia Bevilacqua. A organizzare il colpo insieme a Isopo, sarebbe stato il carabiniere, Rosario Morabito, un militare operativo all'aeroporto di Fiumicino e che avrebbe anche messo in contatto Isopo con le due donne sinti, considerate dal militare due ladre professioniste.  

Il maxi furto di oltre 100 chilogrammi di cocaina

La vicenda ha inizio a novembre 2022 quando, in zona Boccea, tre persone (che secondo le indagini sarebbero appunto Cristian Isopo, Autilia Romano e Autilia Bevilacqua) fanno irruzione nell'appartamento di Gualtiero Giombini. Scassinano la serratura e vanno a colpo sicuro rubando 107 chili di cocaina, di provenienza ancora misteriosa. L'uomo, avrebbe avuto la funzione di "retta", in sostanza il ruolo di colui che si occupa di nascondere per altri la "merce" in attesa che venga rivenduta, in cambio di uno stipendio fisso.

Un colpo grosso per chi aveva commesso il furto. Un colpo duro per Giombini e per il padrone di quel quintale di cocaina. La voce del colpaccio nel mondo criminale si espande. Nel frattempo Giombini, trovato morto in strada proprio a Boccea qualche settimana fa - ufficialmente sarebbe deceduto per cause naturali (ma non si esclude altro) - non si dà pace e contatta Elias Mancinelli. 

Quanto costa la droga a Roma, piazza per piazza

La vendetta di Mancinelli

Mancinelli, nome noto a Roma sud, secondo la ricostruzione di chi indaga sarebbe stato il presunto proprietario della cocaina, o quanto meno colui che avrebbe dato a Giombini il compito di custodirla. È così che l'uomo, fra novembre e dicembre scorsi, fa scattare una gigantesca operazione di recupero dell'ammanco con tanto di minacce di morte, pestaggi e sequestri. 

Il sequestro di Isopo

Il primo a finire sequestrato a fine novembre, secondo quanto ricostruito, è stato Cristian Isopo nella zona del Laurentino 38. Elias Mancinelli e i suoi soci lo avrebbero tenuto in un appartamento, picchiandolo, per ore. Nella casa del sequestro c'era anche Gualtiero Giombini. Isopo, per ottenere la libertà sperata, restituisce quasi tutti i 54 chili di cocaina, quelli della sua parte, ma continua a essere braccato.

D'altronde secondo le "indagini" di Mancinelli - riscontrate anche dagli investigatori - sarebbe stato Isopo a organizzare il maxi furto di cocaina insieme al carabiniere Rosario Morabito. Isopo, così, viene picchiato anche in altre occasioni mentre Mancinelli, accecato dalla sete di vendetta, si mettere la ricerca delle due "zingare".

Lo scambio di persona

Durante la caccia selvaggia avviene, con ogni probabilità, uno scambio di persona. Il titolare dell'Antico Caffé, un bar al Laurentino 38, viene pestato nell'androne della sua abitazione. L'uomo, all'alba del 17 novembre, è vittima di una brutale aggressione. La vittima, ancora sanguinante, va in commissariato, denuncia tutto e - inconsapevolmente, fornisce a chi indaga altri indizi utili. 

In passato l'esercente era già stato bersaglio di una spedizione punitiva a colpi di spranghe. Dopo la prima aggressione, l'ex sindaca di Roma Virginia Raggi andò a portare la propria solidarietà al titolare del bar perché si rifiutò di 'ospitare' una piazza di spaccio di droga nei pressi del suo locale. In questa seconda aggressione, invece il titolare dell'Antico Caffé sarebbe stato picchiato per "errore" dal gruppo di Mancinelli che cercava l'altra parte della droga e le due "zingare". 

Il sequestro delle due donne

L'episodio al Laurentino 38 diventa quindi il preludio di ciò che avviene il 4 dicembre quando la caccia alle due "zingare" sembra essere a un punto di svolta. Ma così non è. Il figlio di dieci anni di Autilia Romano, intorno alle 21, si rivolge alla polizia. La donna, omonima della rom che ha partecipato al furto che è sua cugina, era stata sequestrata insieme ad Autilia Bevilacqua. Le due, stando al racconto del minorenne, poco prima erano state picchiate in strada da due uomini vestiti di scuro. 

La polizia interviene e scopre che le due donne, insieme alla sua omonima, l'Autilia Romano che ha partecipato al furto, sono nelle mani dei sequestratori. L'Autilia Romano che non c'entra con il furto diventa merce di scambio e il cinque dicembre - sotto l'occhio dei poliziotti - il gruppo dei sequestratori e quello della famiglia di Romano si danno appuntamento al Maximo. La polizia interviene, la donna sequestrata viene liberata e viene intercettato il riscatto: sette chili di cocaina e 165.00 euro in contanti. Scattano così anche i primi arresti. 

Le indagini e i dubbi da chiarire

Il fascicolo del blitz della polizia al Maximo passa in mano ai carabinieri. Le indagini cambiano marcia e vengono arrestati Mancinelli, e per il furto di droga il carabiniere Rosario Morabito, insieme a Cristian Isopo e alle due donne sinti Autilia Romano e Autilia Bevilacqua.

Loro quattro sono accusati di detenzione ai fini di spaccio e furto aggravato. Le indagini però proseguono perché ci sono diversi dubbi da chiarire. Di chi era quel quintale di cocaina? Chi l'ha portato a Roma? Com'è morto Giombini? Anche lui è stato picchiato dal gruppo dei sequestratori? Com'è entrato in contatto il carabiniere Morabito con Isopo e con le due donne? 

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