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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Banda della Magliana, nuovi sequestri a Diotallevi: investiva in case di lusso

Sigilli a un appartamento nella località balneare di Porto Rotondo e a una società immobiliare. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal Tribunale di Roma

Una casa di lusso a Porto Rotondo e una società immobiliare sequestrati dai finanzieri a Ernesto Diotallevi, uno dei capi storici della Banda della Magliana, e ai suoi "prestanome". Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal presidente del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura - Direzione Distrettuale Antimafia.

I BENI - Il sequestro, giunto a conclusione di indagini avviate da tempo, ha riguardato, in particolare, il 100% del capitale sociale e relative quote societarie della "Immobiliare del Molo S.r.l.", con sede ad Olbia, località Porto Rotondo, e un appartamento del complesso immobiliare "Villaggio Porto Rotondo", per un valore complessivo di circa 255mila euro. 

Secondo gli investigatori, "all'esito degli approfonditi accertamenti economico-patrimoniali" eseguiti dal Gico del Nucleo di polizia tributaria della capitale, Diotallevi è "risultato a capo di una insidiosa realtà economico criminale, caratterizzata dall'illecita accumulazione di utilitas in valore sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente dichiarati": nei suoi confronti erano già stati eseguiti, alla fine del 2013, unitamente ai Carabinieri del Ros di Roma, ben tre decreti di sequestro di beni mobili, cespiti immobiliari, società e quote societarie per oltre 25 milioni di euro. 

LA SARDEGNA - Diotallevi negli anni avrebbe maturato anche una particolare passione e predilezione per le note località balneari della Sardegna: già in passato gli erano state sequestrate ben 35 unità abitative di pregio e valore, tutte ad Olbia, celate in una società immobiliare di Rimini, intestata, secondo l'ipotesi d'accusa, a prestanome, e una prestigiosa villa nell'esclusiva Isola del Cavallo (Corsica).

Per la Guardia di finanza, l'operazione di oggi, denominata "Trent'anni", "testimonia ancora una volta come la caratura criminale di un soggetto trovi spesso diretta espressione nel reinvestimento degli illeciti proventi accumulati in beni immobili di rilevante valore e pregio, strategia resa possibile anche grazie alla schermatura offerta da insospettabili imprenditori".

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