L'azienda di famiglia che interrava rifiuti tossici, sequestrati beni per 10 milioni di euro
Il provvedimento scaturito in seguito all'operazione Dark Side che nel 2017 smascherò un sodalizio criminale dedito allo smaltimento illecito di rifiuti
Acquistavano beni ed immobili con i soldi guadagnati attraverso lo smaltimento illecito dei rifiuti anche di natura tossica. Era il 2017 quando gli investigatori smascherarono nell'ambito dell'operazione Dark Side un sodalizio criminale scoprendo - tra l'altro - una cava dove i rifiuti venivano interrati fra i comuni di Roma e Latina. A distanza di cinque anni dalle indagini è stato disposto un provvedimento di sequestro (finalizzato alla confisca) nelle province di Roma, Latina, Frosinone e L'Aquila, di assetti societari e rapporti finanziari per un valore complessivo di 10 milioni di euro, riconducibili ad una famiglia di imprenditori attiva nei settori del trattamento dei rifiuti, del commercio di materiali ferrosi e immobiliare.
Ad essere sequestrate la totalità delle quote e dell'intero patrimonio aziendale di 3 compagini societarie, 22 fabbricati, 10 terreni, 1 veicolo e 34 rapporti finanziari per un valore stimato di circa 10 milioni di euro.
L'operazione Dark Side, condotta dalla polizia di Stato nel 2017 - sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia - portò alla luce l’esistenza di un sodalizio criminale dedito all’illecito smaltimento di rifiuti, accertando numerosi sversamenti abusivi, aventi ad oggetto anche rifiuti di natura tossica e generanti elevatissimi profitti illeciti.
Tra i conferitori fu individuata anche un’impresa riconducibile ad una famiglia, con gli indagati condannati in primo grado dal tribunale di Roma per traffico illecito di rifiuti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, realizzazione o gestione di discarica non autorizzata e inquinamento ambientale.
I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di raccogliere ulteriori e gravi elementi indiziari a carico degli indagati in ordine ai reati commessi nella gestione delle società di famiglia: intestazione fittizia di beni, auto riciclaggio, appropriazione indebita ed emissione di fatturazioni per operazioni inesistenti.
Dalle odierne indagini patrimoniali, che hanno abbracciato l’arco temporale di circa un trentennio, è emerso che i proposti, a fronte di una marcata sproporzione tra la complessiva situazione reddituale “dichiarata” dal nucleo familiare e il patrimonio direttamente o indirettamente allo stesso riconducibile, utilizzavano gli schermi societari per effettuare importanti acquisizioni immobiliari finanziate attraverso gli introiti derivanti dai predetti traffici illeciti ovvero mediante la sistematica distrazione di fondi societari.
Accogliendo la proposta formulata congiuntamente dal procuratore della repubblica e dal questore di Roma, il tribunale di Roma – Sezione delle misure di prevenzione di Roma ha disposto, pertanto, il sequestro di beni complessivi per un valore stimato di circa 10 milioni di euro.
"Colpo alla Gomorra dei rifiuti del Lazio"
Soddisfazione per il sequestro è stata espressa da Giampiero Cioffredi, presidente dell’osservatorio sicurezza e legalità della Regione Lazio: "Grazie alla Procura e alla Questura di Roma che hanno congiuntamente proposto il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca per un valore di 10 milioni di euro emesso dalla Sezione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma nei confronti di un imprenditore dei rifiuti già coinvolto nell’inchiesta “Dark Side”, una delle più importanti operazioni di criminalità ambientale nel Lazio. Il provvedimento è il frutto di indagini complesse del Servizio Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e della Divisione Anticrimine della Questura di Roma diretta dalla dott.ssa Angela Altamura, ai quali va la nostra più sincera gratitudine. Il sequestro di questa mattina rappresenta un duro colpo alla Gomorra dei Rifiuti del Lazio composta da imprenditori senza scrupoli che, in nome del profitto, non hanno esitato al trasporto e allo sversamento nei nostri territori di rifiuti tossici altamente pericolosi per l’ambiente e per la salute dei cittadini".