Alberi di Natale Made in Italy, ma erano cinesi: sequestrate 5 tonnellate
I prodotti natalizia trovati dai funzionari di Agenzia Dogane e Monopoli al porto di Civitavecchia
Meno di 100 giorni al Natale. Terminate le vacanze estive gli esercizi commerciali cominciano a pensare alle prossime festività di dicembre acquisendo addobbi e prodotti da mettere in vendita. Fra questi quello per eccellenza: l'albero di Natale. Export di prodotti natalizi che transita soprattutto via mare per poi essere sdoganato anche a Roma dal porto di Civitavecchia. A fermare i carichi illegali, in quanto privi dei requisiti di sicurezza e del marchio CE della Comunità Europea, i funzionari di Agenzia Dogane e Monopoli di Civitavecchia che hanno fermato un carico prima che potesse arrivare negli scaffali dei negozi romani.
Ingente il quantitativo sequestrato dai funzionari in servizio al Porto di Civitavecchia, coordinati dalla direttrice Laura D'Amato, che hanno bloccato oltre 5 tonnellate di alberi di Natale destinati a negozi e supermercati. Addobbi che sarebbero stati rivenduti come Made in Italy, me che in realtà erano stati prodotti in Cina. Oltre che privi del marchio CE sono inoltre risultati non conformi ai requisiti dettati dalla normative vigenti e pertanto potenzialmente pericolosi.
Attività dei funzionari di ADM di contrasto agli illeciti di natura extra-tributaria previste a salvaguardia del mercato, che negli ultimi 5 mesi hanno riguardato tonnellate di merce destinata alla vendita del mercato interno romano e nazionale. In tale contesto in seguito alle analisi condotte dal locale Reparto Antifrode e analisi rischio merci, infatti, sono state sequestrate merci non conformi ai requisiti dettati dalle normative vigenti, altrimenti destinati alla vendita sul mercato interno.
Nel dettaglio, sono state sequestrate sei tonnellate di cinture; 7 tonnellate di coperte/cuscini in fibra tessile di uso tecnico; 25 tonnelate di guarnizioni, ferramenta ed oggetti simili; 3,5 tonneate di componenti per caldaie e circa 6 tonnelate di sanitari.
La normativa trasgredita da parte dei titolari della merce è la legge sul Made in Italy (Legge 24/12/2003 n. 350) per uso fuorviante del marchio registrato, con modalità tali da indure il consumatore a ritenere che i prodotti immessi sul mercato siano di origine italiana (ai sensi della normativa europea sull'origine), senza che gli stessi siano accompagnati da indicazioni precise ed evidenti sull'origine o provenienza estera o comunque sufficienti a evitare qualsiasi fraintendimento.
In tutti i casi, inoltre, non è stato rispettato il Decreto Legislativo n.190 del 15 novembre 2017 concernente la corretta etichettatura dei materiali usati nei principali componenti dei prodotti destinati alla vendita al consumatore finale.