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Cronaca

Ostia, blitz della Finanza: "sigilli al Porto". Sequestrati 450 milioni di beni

Il blitz ha visto coinvolte "531 unità immobiliari, disponibilità finanziarie e altri beni mobili per un valore complessivo di circa 450 milioni di euro"

Blitz, questa mattina, al porto turistico di Roma e a 2 stabilimenti di Ostia. Una operazione che ha portato al sequestro di 450 milioni di euro di beni. Si tratta, si legge nella nota della Finanza dell'operazione 'Ultima Spiaggia

Il Decreto di Sequestro è stato emesso dal Tribunale di Roma, Sezione Specializzata per le Misure di Prevenzione, nei confronti del noto imprenditore romano Mauro Balini coinvolto, in passato, in plurime indagini per "associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false e riciclaggio, che è risultato contiguo ad ambienti malavitosi operanti sul litorale di Ostia e in costante collegamento con personaggi di notevole spessore criminale".

Esattamente un anno fa Balini fu arrestato e scarcedato dopo 10 giorni sempre dopo un blitz della Finanza. All'imprenditore fu contestato "contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato a società apparentemente terze, il prestigioso attico sul litorale ostiense in cui vive, anch'esso sottratto fraudolentemente alla A.T.I., e un lussuoso catamarano, nella sua esclusiva disponibilità, acquistato, in larga parte, con risorse sottratte alla fallita mediante il descritto sistema di frode".

La misura di prevenzione, eseguita dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, giunge al termine di "complesse indagini di polizia economicofinanziaria", basate anche secondo i finanzieri "sulle evidenze acquisite nel corso di altre investigazioni", concernenti i più insidiosi fenomeni criminali che hanno interessato, nel recente passato, il litorale romano e la municipalità di Ostia.

Ci si riferisce agli approfondimenti dell'operazione Tramonto, condotta - sempre dal G.I.C.O. - nei confronti del clan Fasciani, egemone a Ostia, che ha portato, nel marzo 2014, all'esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di beni per oltre 6 milioni di euro. In tale contesto, sono state approfondite "anomale operazioni finanziarie" che hanno visto protagonisti Balini e noti pregiudicati attivi nell'area lidense contigui al ai Fasciani ovvero all'altrettanto potente clan Senese. A ciò si sono aggiunte le evidenze acquisite nel corso dell'operazione Nuova Alba, condotta dalla Polizia di Stato, nel cui contesto secondo quanti riferito della Finanza "sono emerse le connivenze di Balini con esponenti delle organizzazioni malavitose interessate al litorale di Ostia".

Ostia, blitz della Finanza al Porto

In tale contesto, relativamente ai referenti criminali di Balini, figura di primo piano è quella del pregiudicato Cleto Di Maria narcotrafficante di elevato calibro, al quale Balini aveva concesso, ad un prezzo irrisorio, "attraverso una società assegnataria della relativa concessione demaniale", la gestione di un chiosco sul lungomare di Ostia oggi sequestrato. Inoltre Di Maria curava, per conto del BALINI, i servizi di sicurezza e vigilanza all'interno del porto turistico, oltre ad abitare in un appartamento all’interno dello stesso.

Ed è proprio il porto turistico di Ostia, insieme ad alcuni stabilimenti balneari, il centro degli affari gestiti da Balini, "attraverso una serie di società", da oggi affidate agli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale. L'odierna operazione, denominata 'Ultima Spiaggia', ha consentito di accertare come Balini secondo le indagini sia soggetto "socialmente pericoloso" e titolare, direttamente e/o indirettamente, attraverso familiari conviventi e non, nonché "prestanome", di una serie di "cespiti di ingente valore", assolutamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Tale sproporzione, unita alla citata pericolosità sociale, ha permesso di richiedere, ai sensi del "Codice Antimafia", il sequestro finalizzato alla confisca "dell'intero patrimonio al medesimo direttamente o indirettamente riconducibile".

Le risultanze delle investigazioni esperite sono state partecipate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia al Tribunale di Roma - Sezione Specializzata per le Misure di Prevenzione che, con proprio provvedimento, ha disposto il sequestro di: patrimonio aziendale e relativi beni di 2 società estere; 1 impresa individuale; quote societarie di 4 persone giuridiche; 531 unità immobiliari; 11 auto/motoveicoli; 1 imbarcazione; rapporti finanziari, per un valore complessivo di stima di circa 450 milioni di euro.

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