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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Castel Gandolfo

La spedizione punitiva: sequestrato e torturato con un machete nella villa del terrore

Vittima un 38enne, colpevole di non aver pagato l'affitto. A rapirlo una banda di cinque persone

Vittima di una spedizione punitiva. Sequestrato e torturato per 18 lunghe ore dopo essere stato rapito e malmenato brutalmente. Una villa del terrore, come nel copione di un film di criminali. Un 38enne ridotto in fin di vita da una banda di cinque persone per 2mila euro. E' infatti questa la somma dell'affitto che la vittima non ha pagato e che ha portato il proprietario di casa, assieme ad altre quattro persone, ad organizzare la punizione esemplare nei suoi confronti. In condizioni gravi, l'uomo si trova in fin di vita in ospedale. 

La spedizione punitiva 

Le 18 ore di terrore sono cominciate nel pomeriggio di domenica 2 ottobre. Il 38enne è stato raggiunto presso la propria abitazione di Castel Gandolfo dove vive in affitto da tre persone. Una volta dentro casa la banda lo ha violentemente malmenato. Nel gruppo dei tre anche il proprietario di casa, ritenuto il mandante della spedizione punitiva per canoni di affitto non saldati, per un importo di circa 2000 euro.

La villa del terrore 

Pestato dal branco, i tre lo hanno caricato su un’auto in direzione di una villetta isolata di Castel Gandolfo, dove li attendevano gli altri due complici. Una casa del terrore. I cinque, dopo aver rapinato il 38enne del telefono cellulare e del portafoglio contenente 400 euro in contanti, lo hanno sottoposto ad una mattanza: calci, pugni, percosse con un bastone metallico ed un machete, con il quale hanno infierito sulla vittima, praticandogli una profonda ferita ad una gamba. 

Dopo averlo malmenato, il gruppo ha costretto la vittima a passare la notte a dormire sul pavimento, sorvegliato a turno, per poi chiedere l’indomani mattina, ad un conoscente del 38enne, la somma di 5000 euro, da consegnare al proprietario di casa ed ai suoi complici, pena la recisione di un orecchio e delle dita delle mani nonché subire atti carnali. 

Sequestro uomo torturato Castel Gandolfo

La fuga e la richiesta d'aiuto 

L'uomo, nella mattina di lunedì, con uno stratagemma consistito nel dover espletare un bisogno fisiologico, dopo aver aperto il rubinetto dell’acqua per confondere il rumore dell’apertura della finestra del bagno, è riuscito a scappare dai sequestratori per le campagne circostanti e a chiedere aiuto. 

In stato di choc, con volto gravemente tumefatto e con ferite diffuse per tutto il corpo, ha chiesto aiuto alla portineria di un comprensorio nella frazione Laghetto di Castel Gandolfo. Soccorso dai carabinieri e dal personale del 118 il 38enne è stato trasportato d'urgenza in ospedale dove, per le lesioni riportate, è stato ricoverato in prognosi riservata, con traumatismi multipli del massiccio facciale, una lesione della gamba sinistra, la perforatura di un timpano, rottura del setto nasale e lesioni interne polmonari. 

Le indagini dei carabinieri 

Ascoltato dai carabinieri, gli investigatori dell'Arma di Castel Gandolfo sono riusciti ad identificare e a rintracciare gli uomini gravemente indiziati degli efferati reati, alcuni dei quali avevano trovato rifugio in un appartamento, privo di campanello e di assegnatario, all’interno del complesso residenziale "Serpentone" del Corviale.

A conclusione della complessa e prolungata attività investigativa, i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo hanno rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto 5 persone, di età compresa tra i 35 e i 66 anni, tutte già con precedenti, ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei delitti di sequestro di persona, tentata estorsione, rapina aggravata, lesioni personali aggravate ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, consumati nei confronti di un 38enne del posto.

Gli arresti 

I cinque indagati sono stati sottoposti a fermo di iniziativa da parte dei carabinieri e associati in varie case circondariali del territorio nazionale. La procura della Repubblica di Velletri ha richiesto ed ottenuto la convalida del fermo dal gip dell’omonimo tribunale che nei confronti dei 5 indagati ha disposto la misura cautelare in carcere.

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