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Tentò di rapire un neonato a Ponte Mammolo: "Incapace di intendere e volere"

Il giudice ha disposto per la 25enne un anno in una casa di cura e di custodia controllata. Le parole dell'avvocato difensore di Anka Georgieva Serafinova: "Ha bisogno di essere curata"

"Incapace di intendere e di volere al momento dei fatti". Con questa motivazione il giudice della V Sezione Collegiale del Tribunale di Roma ha disposto che Anka Georgieva Serafinova venga sottoposta a cure per un anno in una casa di cura e custodia controllata. La sentenza del 16 gennaio riguarda la giovane 25enne bulgara che l'11 novembre del 2013 venne fermata dai carabinieri per aver tentato di rapire un neonato di otto mesi dalle mani della madre. Il fatto avvenne in serata alla stazione della metropolitana Ponte Mammolo dove la mamma del piccolo era in attesa del bus che l'avrebbe dovuta riportare nella sua abitazione di Vicovaro, piccolo centro della Valle dell'Aniene.

SOCIALMENTE PERICOLOSA - La giovane venne tratta in stato di fermo dai Militari dell'Arma per "Tentato rapimento", dopo essere stata inseguita e bloccata da due ragazze 16enni e dagli uomini della vigilanza per poi essere associata al carcere di Rebibbia. Suo avvocato d'ufficio è Andrea Volpini che subito dopo aver ascoltato la giovane avanzò una richiesta di perizia psichiatrica, accetta lo scorso mese di dicembre. Ieri la sentenza del giudice, con il pm che inizialmente aveva richiesto tre anni. "La perizia psichiatrica, attestata dallo stesso perito - spiega il legale difensore della giovane - l'ha riconosciuta socialmente pericolosa e per questo ha disposto che venga curata un anno in una casa di cura controllata. Ha bisogno di essere curata".

IN STATO DI GRAVIDANZA - Una storia difficile quella raccontata da Anka Georgieva Serafinova, che subito dopo il fermo confermò di aver preso il neonato dalle mani della madre raccontando poi ai giudici i propri problemi. Proveniente da un campo nomadi nel napoletano ha inoltre raccontato di aver perso tre figli in seguito ad un incendio scoppiato in Bulgaria per poi essere lasciata dal marito. La donna, reclusa sino a ieri nel carcere di Rebibbia, è risultata essere al quinto mese di gravidanza.

PERIZIA PSICHIATRICA - Associata per un anno in una casa di cura controllata le condizioni di Anka Georgieva Serafinova verranno valutate con una nuova perizia psichiatrica al termine delle cure previste.

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